La fantastica carriera di Totò Di Natale potrebbe non essere ancora finita. L'ex capitano dell'Udinese non ha effettivamente mai annunciato il suo addio al calcio giocato e in questi giorni starebbe varando la possibilità di accettare un'offerta proveniente della Spal, squadra neopromossa in Serie B. Secondo il Gazzettino di Udine, Di Natale sarebbe stato avvistato domenica al "Paolo Mazza" di Ferrara, in occasione della vittoria per 3-0 contro il Vicenza. In Estate ha rifiutato varie offerte per tornare a giocare, tra le quali quella più allettante a livello economico degli indiani del Pune City.
Antonio Di Natale è stato uno degli ultimi numeri 10 di nome e di fatto della Serie A, fantasia, leadership, colpi da campione capaci di cambiare dal nulla una partita. Adesso, invece, è sempre più raro vedere un 10 puro, con la maglia sulle spalle di chi non ha quelle caratteristiche tecniche, oppure è seduto tristemente in panchina, come Totti, Honda e Jovetic. Per non parlare di Juventus, che non ha assegnato la dieci e Napoli, che l'ha ritirata dopo Diego Armando Maradona.
"E’ una maglia molto pesante - spiega Di Natale alla 'Gazzetta dello Sport' - Gestita da qualcuno che ha qualcosa di straordinario, fuori dal normale e che ha fatto cose importanti. Giustissimo che il Napoli non l'abbia data a nessuno, Maradona è stato unico e per Napoli qualcosa di più. Pensa, indossare la 10 in uno stadio come il San Paolo dove se sbagli un passaggio e ti crolla tutto addosso. Insigne è fortissimo, ha talento, ma innanzitutto non è un vero 10, gioca più spostato sull’esterno. Meglio che non l'abbia presa, sarebbe stata una responsabilità troppo pesante...".
L'ex capitano dell'Udinese salva giusto qualcuno nell'attuale Serie A: "Il vero numero 10 in A è Saponara dell’Empoli. E non lo dico perché lo conosco bene, visto che sto a Empoli. E’ maturato, sa lanciare le punte, si inserisce in zona goal, tira, ha classe e qualità. E, soprattutto, fantasia. Un trequartista vero. Altri buoni 10? Joao Pedro del Cagliari lo è, l’ho seguito in B lo scorso anno, è un bel giocatore".
Quanto a Rodrigo de Paul, 22enne argentino che ha ereditato la maglia di Totò all'Udinese, il recordman di marcature friulano è un po' perplesso, quasi infastidito, e non lo nasconde: "Per quel che ho potuto vedere è un buon giocatore. Evidentemente si è sentito di sceglierla.Probabilmente non conosce bene la storia di quella maglia a Udine, ma non gliene si deve fare una colpa. In questo caso le decisioni le prende la società, è la società che dice se sì dà o non si dà. Se ho più sentito nessuno all’Udinese? Assolutamente no".
"Se c’è ancora spazio per i numeri 10, per i trequartisti? Lo spazio c’è, ma vedo che quasi tutti giocano con due punte, una più rapida e una di peso. Alcuni fanno il 4-3-3, ma non è che il trequartista non te lo puoi permettere. Bisogna vedere se ci sono i trequartisti; si dice spesso che mancano certi ruoli, per esempio i terzini. Il problema semmai è un altro. Che bisogna lavorare nelle scuole calcio, nei settori giovanili devono insegnare la tecnica. E' questo troppo spesso non accade. Noi cerchiamo di farlo e ogni tanto qualche ragazzino emerge. E’ la gioia più bella", conclude così la sua intervista Antonio Di Natale.