Avere l'occasione di parlare di calcio con Maurizio Compagnoni, noto giornalista e telecronista sportivo di SKY Sport, non capita spesso. Sono rimasto molto colpito dalla sua disponibilità e dalla sua umiltà, così come non sono stato immune ai suoi aneddoti sulle storiche gare calcistiche che ha avuto la fortuna di raccontarci.
- La prima domanda, di rito, porta all'inizio di carriera.
-Ho cominciato giovanissimo, a quattordici anni, scrivendo sui giornali locali, passando poi alla radio ed alla TV locale. Successivamente ho fatto tanta gavetta per poi fare il salto di qualità andando a Milano.
-Il mestiere del telecronista sportivo muta giorno dopo giorno. I telecronisti degli anni ’80, citerei Pizzul o Martellini, si limitavano alla cronaca dell’evento, ora invece si lascia molto spazio anche ad un’argomentazione più ampia. Come pensa che potrebbe evolversi il mestiere del giornalista sportivo a partire proprio dall’immediato domani?
-A volte me lo chiedo. Il mestiere del telecronista è cambiato molto, in linea comunque con il cambiamento che ha interessato il mondo della comunicazione in generale. Come possa evolvere sto cercando di scoprirlo magari per anticipare i tempi, ancora però non ho trovato il modo.
-Una domanda squisitamente tattica. L’anno scorso le belle esperienze di Atletico Madrid e Leicester hanno confermato la bontà del 4-4-2, modulo che ha reso anni fa la tattica italiana come la migliore al mondo. Crede che tutt’oggi gli allenatori italiani siano ancora i migliori al mondo?
-I nostri allenatori sono molto preparati, però ormai sono preparati un po’ tutti. Credo che a volte la differenza la faccia la mentalità. Da questo punto di vista non siamo messi male ma possiamo crescere ancora tanto.
-Chi vincerà la Champions secondo lei?
-Difficile fare un pronostico. La Champions è un terno al lotto, sono partite singole e doppi conti. Tutto è molto soggetto al caso.
-Un’ultima domanda prima di concludere: come è nata la sua notissima esultanza al momento del gol?
-Molto casualmente. All’epoca facevo molte telecronache di atletica e ho commentato moli record del mondo nel mezzofondo. Già sul rettilineo cominciavo ad urlare tre volte “primato del mondo” ed una volta mi è venuto spontaneo farlo anche durante una partita di calcio.