Saltare per infortunio settanta partite in due anni può significare in alcuni casi, i peggiori, il definitivo declino di una carriera calcistica, indipendentemente da come essa abbia preso piede e fino a che livello si sia spinta. I club smettono di credere in determinati recuperi, lasciano cadere i contratti o nella peggiore delle ipotesi li risolvono, in pochi si azzarderebbero a tornare a puntare su un giocatore. Esistono però delle eccezioni: il principale e più di attualità è Kevin Strootman, nuovo faro del centrocampo della Roma dopo la partenza di Pjanic. Un altro, forse troppe volte dimenticato, è Kwadwo Asamoah, peraltro nuovo compagno del bosniaco alla Juventus.
Il ghanese ha sofferto dal novembre 2014 al settembre 2015 di un problema al ginocchio, una condropatia rotulea: sostanzialmente la cartilagine del suo ginocchio non ammortizzava più le forze sull'articolazione. Nessun trauma, ma qualcosa di ben peggiore che si poteva risolvere solo col tempo. Il recupero era atteso per la scorsa stagione, ma l'infortunio ha costretto il 22 bianconero a saltare tutta la preparazione con la squadra; le ripercussioni sono state evidenti, le buone ma poche presenze hanno subito il condizionamento immediato dello status atletico. Altri guai muscolari hanno condotto a un'annata a singhiozzo servita solo per riprendere confidenza con il campo.
Quest'anno sembrerebbe che la musica sia diversa. Sin dal primo giorno di ritiro, Asamoah sta lavorando con il gruppo con regolarità, dimostrando di essersi messo alle spalle tutte le intemperie fisiche: il culmine di questa riprova sono state le prestazioni offerte nelle amichevoli, peraltro con la fascia di Capitano al braccio (è alla Juve dal 2012), contro Melbourne Victory e Tottenham. La facilità di corsa nuovamente dimostrata dopo due anni di difficoltà è il primo aspetto che balza all'occhio dell'osservatore, abituato, fino all'estate 2014, ad apprezzare un tipo di giocatore oltre la media dal punto di vista del dinamismo. Unita alla condizione atletica - si presuppone - ottimale che sopraggiungerà intorno a fine agosto, farebbe del ghanese un nuovo rinforzo per il centrocampo di Massimiliano Allegri, che sembrerebbe l'abbia tolto in prima persona dal mercato.
Studiando il reparto mediano della Juve, è facile individuare che l'ex Udinese è un tipo di centrocampista unico, proprio per quella facilità di corsa sopra citata: in un parco che dispone di tanta tecnica, altrettanta sagacia tattica, ma poco dinamismo, mantenere uno con quelle caratteristiche è fondamentale. Senza poi dimenticare l'eccellente lavoro che svolge in fase difensiva, con l'ottima capacità di seguire costantemente l'uomo e anticipare i tagli avversari, retaggio della gestione Conte che l'aveva spostato sull'esterno del suo centrocampo a cinque; difficile comunque che KAsa torni in quella posizione, essendo il suo ruolo migliore quello di interno sinistro, nonostante rappresenti comunque una buona alternativa ad Alex Sandro ed Evra.
L'interrogativo che potrebbe contraddire questo discorso riguarderebbe le sue abilità in fase offensiva. Sia chiaro, ha dei tempi d'inserimento eccellenti e altrettante doti tecniche, ma a prima impressione sembra che molte volte (troppe, per la verità) provi a risolversi la situazione da solo, finendo per disorientare persino sé stesso e i propri compagni, oltre al diretto avversario, a forza di finte. In un tipo di gioco come quello di Allegri, più corale, paziente e fatto di movimenti senza palla piuttosto che di progressioni e creazione di superiorità numerica, questo difetto potrebbe e dovrebbe scomparire appena entreranno in gioco continuità di rendimento e di prestazione, oltre alla forma fisica. Non abbiamo mai visto il vero Asamoah dall'addio di Conte in poi, quindi è legittimo che spuntino dei dubbi.
Il fatto che però sia stato il tecnico stesso a non volersi privare del classe 1988 sembra tracciare una strada piuttosto chiara nelle gerarchie del nuovo centrocampo bianconero in divenire: tra le seconde linee, Kwadwo è in prima linea. E mentre Marotta e Paratici telefonano in giro per il vecchio continente alla ricerca di un giocatore d'esperienza a livello Europeo, dall'altra parte del mondo Massimiliano Allegri si gode il suo ventidue, il nuovo acquisto più silenzioso e meno citato del ricco mercato estivo della Juventus.