Difesa sistemata con Mehdi Benatia. La Juventus ha ieri ufficializzato l'acquisto del centrale dal Bayern Monaco in prestito con diritto di riscatto (3 milioni subito con 17 poi pagabili in due esercizi): ieri visite mediche e prime sgambate effettuate con successo per spazzare via i dubbi sulla condizione fisica, mentre oggi è stata invece la volta della conferenza stampa di presentazione allo Stadium. "Sono stato accolto molto bene da tutti", ha dichiarato in apertura il neo-acquisto, che ha poi toccato immediatamente corde che emettono suoni decisi: "Sono in un progetto importante per vincere anche in Europa, la Champions League rimane un obiettivo".
Una Champions nella quale il suo Bayern Monaco si è trovato di fronte proprio la Juventus tra febbraio e marzo, in una doppia sfida che ha visto uscire vincitori i bavaresi: "L'anno scorso è stato un peccato giocare una partita così bella in un ottavo di finale - ha ricordato Benatia - sia Juve che Bayern meritavano la finale, alla fine siamo riusciti a vincere noi, ma ci hanno messo in difficoltà. L'obiettivo è ancora stare a questo livello di top di squadra".
"Una grande società", così ha descritto il Bayern Monaco, nel quale ha passato due anni tra alti e bassi, come lui stesso ha spiegato, anche con qualche richiesta di cessione non andata a buon fine: "Ho avuto due anni difficili a livello personale, si sapeva che volevo tornare in Italia per la famiglia, per il modo di vivere e per il campionato. Mi sento vicino alla mentalità italiana, quando ho avuto l'opportunità della Juve è stata una scelta naturale. Già l'anno scorso avevo chiesto la cessione al Bayern, per tanti motivi non hanno voluto. Avevo diverse opportunità, anche con la Juve, ma nessuno è andato in porto l'affare; quest'anno già da un mese i miei agenti han parlato con la Juve, avevo altre possibilità ma ho fatto questa scelta".
Una scelta naturale, dunque, nonostante la tanta concorrenza che affolla il reparto arretrato, la quale non spaventa affatto Benatia, mostratosi determinato e anche un pizzico ironico a riguardo: "Tutti i grandi club hanno difensori bravi, se volevo evitar la concorrenza potevo tornare all'Udinese... Ma non era quello che volevo. Voglio rimettermi in gioco, ho questi tre mostri davanti come Barzagli, Bonucci e Chiellini, e anche Rugani ha tanta qualità: ci sono tante partite da giocare, farò il massimo e darò sempre tutto, poi rispetto per le scelte". Sulla questione tattica: "Preferisco giocare a quattro, per me è più naturale, ma a Udine ho giocato centrale a destra. Sono a disposizione dell'allenatore, penso a lavorare e farmi trovare pronto, punto e basta. Sono sicuro di poter dare qualcosa".
La scelta del numero di maglia va invece a intrecciarsi con la ricongiunzione con un grande amico come Miralem Pjanic, conosciuto nel periodo romano: "Ho scelto il numero 4, il motivo è che il "Principino" Pjanic ha preso la 5 ed è rimasto il 4... La maglia che aveva Montero che è stato un grande difensore, come Caceres. Mire? Mi ha detto che finalmente sono arrivato. È un grande amico mio, alla Roma eravamo insieme in camera, andavamo insieme all'allenamento, ritrovarlo qua è una fortuna anche per me; è un grande giocatore, darà una mano alla Juve".
In chiusura invece parole su un tema ben più delicato rispetto al calcio, ovvero gli attacchi alla Francia, paese nel quale Benatia è cresciuto calcisticamente e non solo: "Stiamo attraversando un periodo molto triste, tanti paesi soffrono con questi atti orribili. Non dobbiamo avere paura, altrimenti non c'è più vita, aiutandoci e stando attenti, serve più sicurezza. Lottare contro il terrorismo non è facile. Nel mio paese, il Marocco, le cose stanno andando bene, ma mi dispiace perchè ho tanti amici in Francia e fa male al cuore".