È iniziato da pochi giorni il lavoro di Beppe Iachini per plasmare l'Udinese che verrà. C'è da ricostruire una squadra dopo l'annata disastrosa appena passata e l'addio di molti senatori e c'è anche da vincere il forte scetticismo dei tifosi. Questi infatti sono stati sorpresi sia dalla scelta del mister (era fatta per Pioli, un profilo un po' più altisonante) sia da alcune decisioni di mercato (la cessione di Verre ha ulteriormente abbassato il morale), è mancata inoltre la tanto preannunciata rivoluzione e molti sembrano essersi stufati delle parole di Pozzo. Si preannuncia così una campagna abbonamenti molto sottotono. A Iachini il compito di invertire la rotta e tramutare quest'atmosfera pesantissima in entusiasmo. Queste le sue parole nell conferenza mattutina.
Come si è trovato in questi due giorni di lavoro?
"Sono dei giorni introduttivi al lavoro, in cui si cerca di portare avanti il lavoro tecnico, fisico e tattico allo stesso tempo per poter andare a introdurre dei concetti che ci serviranno per il prosieguo della stagione. Ho trovato grande disponibilità in questa primissima fase e la cosa mi ha fatto grande piacere, per coinvolgere tutti gli elementi della rosa, affinché possano avere il giusto rendimento. Stiamo lavorando anche individualmente per capire lo stato fisico di ogni giocatore, cosa importantissima nel calcio moderno che è fatto di molta fisicità. A livello tattico stiamo partendo da una base di 3-5-2, ma ho anche altre idee da sviluppare per valorizzare al meglio gli elementi della nostra rosa. Quale saranno le vesti future non lo si può dire ora, perché bisogna vedere quale sarà l'assetto migliore per questo gruppo, a cominciare magari da qualche variante, come il 3-4-2-1 o il 3-4-1-2, e di saper cambiare anche in corsa, se sarà necessario".
Come ha visto Jankto?
"Stiamo lavorando su tutti, dai più giovani ai più "anziani". Si vede che ci sono buonissimi margini di crescita. Nel calcio c'è miglioramento collettivo solo quando c'è miglioramento individuale. Sto già programmando dei lavori specifici, affinché i ragazzi possano avere una crescita migliore. Jankto si sta proponendo bene, ci sono delle potenzialità da curare e da migliorare per fargli avere una buona crescita, senza stare a caricare i ragazzi di responsabilità".
Come si sta trovando a lavorare con una rosa ampia?
"Sono abituato. Mi è capitato anche in passato. Questa ormai è quasi una costante in ogni società di serie A. Ci troviamo a lavorare con profili estremamente diversi, ma siamo qui per far conoscere a questi ragazzi la realtà del nostro calcio. In questi anni fortunatamente abbiamo sempre tirato fuori qualità importanti dai ragazzi che avevamo a disposizione. Vogliamo lavorare bene sulla mentalità per essere squadra e sapere in campo sempre alla perfezione come ci si deve muovere".
Sul mercato ha qualche idea?
"In questo momento il mercato è aperto e lo è anche per noi. Abbiamo tanti ragazzi nella nostra rosa e siamo concentrati affinché possano diventare una squadra. Nello stesso tempo, è ovvio che possa già essermi fatto le mie idee su quello che potrebbe servire al gruppo. La società mi ha dato piena disponibilità nel valutare qualche inserimento. Il gruppo è questo; i ragazzi si devono sentire coinvolti e devono essere pronti a regalare gioie ai tifosi e alla società. Verre? Lo conosco. Ha giocato con me a Palermo. Ha buone qualità. C'erano degli accordi già preesistenti tra le due società. Il Pescara ha voluto esercitare il riscatto e c'è stato poco da fare. Guardiamo avanti".
Quale reparto ha bisogno maggiore di innesti?
"Ho l'impressione di una macchina che ha il freno a mano tirato, di un gruppo che ha bisogno di alleggerirsi e riscoprire le proprie qualità, per costruirci sopra le vittorie. C'è bisogno in primis di un lavoro psicologico, prima ancora che pensare a quale siano i reparti da migliorare. Non ritengo che ci sia un reparto particolare da rinforzare. Potrebbe essere magari che serva un innesto per reparto, ma dobbiamo leggermente rimandare le valutazioni. In questo senso, essendo il campionato lungo, potrebbe farci comodo qualche elemento in più con determinate caratteristiche".
In uscita la preoccupano le voci su Widmer, Bruno Fernandes o altri?
"La società ha la volontà di tenerli i ragazzi, ma se arriva all'improvviso una squadra che vuole fortemente un tuo giocatore, e il ragazzo ti chiede di cambiare, a quel punto puoi solo prenderne atto. Al momento non ci sono situazioni di questo genere, perché tutti i ragazzi si sono dimostrati contenti di continuare la loro avventura in questa società. Siamo convinti che questo gruppo possa essere quello del prossimo campionato, ma non dipenderà solo da noi".
Teme di ritrovarsi una squadra indebolita dal futuro mercato?
"No, abbiamo messo giù un progetto con la società. Vogliamo essere protagonisti, e ci faremo trovare preparati da qualsiasi situazione di mercato. Capita che a volte inizi a plasmare un determinato 11, che poi viene stravolto dall'esplosione di qualche giovane, come successo con Dybala a Palermo, o da altri fattori. Ci sono logiche di prudenza a inizio stagione, poi le crescite individuali le monitoreremo giorno dopo giorno".
Come sta Wague?
"Sta lavorando in maniera differenziata e ci vorrà un po' di tempo per averlo a disposizione. Sono contrattempi che ci sono e con cui bisogna fare conto".
Che sensazione è il primo anno senza grandi senatori?
"Queste gerarchie perdute dovremmo andarle a ricreare, dopo la partenza di giocatori così importanti. Il calcio va avanti e cercheremo di ricreare nuovi punti di riferimento, dando nuove responsabilità ad altri ragazzi, soprattutto nella crescita dei giovani e nell'essere punto di riferimento in campo e fuori. Capitano? Non ne abbiamo ancora parlato col gruppo. La fascia nella mia idea sarà di Danilo, ma a me piace parlare di più capitani in campo, non soltanto quello che indossa la fascia".
Come ha visto Fofana?
"Ha delle potenzialità giuste per entrare nella nostra idea di gioco. Sembra ancora un po' spaesato, ma sono abituato a lavorare con ragazzi stranieri. E' un ragazzo che deve ambientarsi e capire il nostro calcio, e prima ancora la lingua, affinché capisca bene cosa vogliamo da lui. Samir? Ha buone caratteristiche e ci va lavorato sopra per la conoscenza del lavoro di reparto".
C'è bisogno di ricompattare il gruppo?
"Non si vince se non c'è squadra, gruppo, compattezza e unità di intenti. Dobbiamo essere noi a crearla e a far sì che la squadra la metta in campo. Ci vorrà sicuramente un po' di tempo. Lo spirito di gruppo si costruisce con il lavoro quotidiano e con la mentalità giusta, giorno dopo giorno. Bisogna saper onorare la maglia che indossi con un unico obiettivo: i tre punti. Bisogna avere più fame e rabbia degli altri per portarli a casa. Spesso è quello a fare la differenza nel calcio, e queste cose qui le devi trovare dentro te stesso. La costanza nel voler vincere è fondamentale. Se ci sono questi presupposti, poi diventa naturale mettere in campo tutto quello che hai dentro. Obiettivi? Per me non esiste il concetto di obiettivo minimo. Io voglio sempre ottenere il massimo, ed è una cosa che ho già cominciato a dire al mio gruppo. Solo così si arriva alla crescita massima".