Il mercato dell'Udinese è ancora tutto da decifrare, il Messaggero Veneto quindi ha raggiunto il noto agente Patrick Bastianelli, per un suo parere sulle mosse dei friulani e per sapere la situazione di alcuni suoi assistiti.

Bastianelli, partiamo dall’Udinese e da Gino Pozzo, che lei conosce bene avendo rapporti professionali. Che futuro prevede per i bianconeri, reduci da un’annata a dir poco tribolata?

«Nutro molta stima nei confronti di Gino Pozzo, che ritengo un addetto ai lavori molto competente. Credo che la sua volontà sia di riportare l’Udinese nelle posizioni che le competono, e la scelta di Iachini lo dimostra, in quanto il tecnico è preparato, ha l’esperienza dalla sua e avrà un contesto, come quello friulano, che gli permetterà di lavorare con profitto, essendo lui uomo di sostanza».

Lei cura gli interessi di Babacar, nome più volte accostato all’Udinese. È fattibile un suo arrivo in Friuli?

«Mai dire mai nel calcio. Tutto dipenderà da Zapata, ma se, come sembra, il colombiano resterà, allora l’Udinese costruirà l’attacco su Zapata, che è un giocatore importante, sia chiaro. Udine per Babacar potrebbe essere l’ambiente giusto, ma al momento non la vedo un’operazione fattibile».

Poteva esserla, invece, quella di Verre, ceduto a sorpresa al Pescara.

«Questo epilogo ha sorpreso anche a me. Pensavo che l’Udinese lo avrebbe tenuto per valorizzarlo. Adesso c’è la possibilità che venga acquistato dal Napoli e poi girato in prestito al Pescara. A Udine comunque è rimasto un altro grande giocatore in prospettiva, quel Balic che era seguito anche dalla Roma, e che è destinato a grandi palcoscenici. Diciamo che la qualità paga e giocatori come Balic, Verre e il “mio” Crisetig ne hanno molta».

Sbagliamo, ma Crisetig interessava l’Udinese?

«In passato sì, ma non adesso».

A Udine invece c’è Samuele Perisan, giovane portiere che lei ha in procura.

«Lui e Meret sono due portieri di livello assoluto, e lo sa anche l’Udinese».

Lei ha sempre avuto un intuito per i giovani promettenti, Balotelli in primis. Può indicare quali potrebbero essere due investimenti sicuri, pescando tra gli sconosciuti?

«Restando agli attaccanti dico Friday, classe ’95 del Lillestroem, e Isak, classe ’99 dell'Aek Stoccolma».

La sorpresa degli Europei, invece?

«Un nome di livello è il croato Pjaca, un classe '95 associato ora alla Fiorentina. Può essere il nuovo Jovetic».

A proposito di giovani, bocciando la riforma dei campionati Primavera la prospettiva delle seconde squadre diventa sempre più una chimera.

«È vero ed è un peccato perchè sarebbe stato un mezzo vincente per far crescere i nostri giovani, come avviene in Inghilterra».

Sembra anche che l’abolizione delle compartecipazioni influisca sul mercato dei giovani.

«È così. Premettendo che era una peculiarità solo italiana, va detto che le comproprietà muovevano il mercato anche per i giovani, con i più bravi che venivano valorizzati in B. Adesso ci sono formule diverse, ma possiamo dire che in generale ci sono meno trasferimenti e che con le rose ristrette a 25, si rischia di meno. Gli acquisti sono più mirati».