In queste ore la voce di un offerta della Red Bull per acquisire l'Udinese è rimbalzata con insistenza tra i vari media: 100 milioni di euro. Sarebbe un po' bassina come offerta. Gino Pozzo, al Messaggero Veneto, non solo ha escluso di aver accettato la proposta, ma ha anche negato qualsiasi contatto con eventuali compratori. Inoltre, ha ribadito la volontà di tornare ad acquistare giovani talenti e non più principalmente giocatori pronti. Sarà anche vero, però i nomi che si fanno non seguono la linea dettata dal paròn, quindi o sono sbagliati, o qualcuno sta barando.

Detto che comunque le uniche trattative veramente calde in entrata sembrano essere quelle per Borriello (che però si è raffreddata per ora, dato che Duvàn Zapata pare che ora possa restare) e Valdifiori (che i giornali locali negano, mentre l'esperto di mercato Alfredo Pedullà dà molto caldo), anche perchè stavolta c'è un numero minimo di giocatori italiani da avere in rosa e, a parte i portieri e Verre (molto richiesto), i friulani ne hanno veramente pochi. Mercato quindi in entrata rimandato a dopo le cessioni, ma anche qui l'unica trattativa veramente attiva è quella che porta Zielinski, in procinto di trasferirsi o a Napoli oppure a Liverpool (l'agente ha già dichiarato che se ne parlerà dopo l'Europeo). Nicchia infatti l'Udinese sul possibile scambio Thereau-Pinilla, che sarebbe preso in considerazione solo nel caso in cui il cileno entrasse nelle mire del Watford (anche perchè non più tardi di un anno fa Giaretta ha rifiutato Pinilla, che non credo l'abbia presa benissimo).

Queste, inoltre, le parole rilasciate da Gino Pozzo telefonicamente al Messaggero Veneto: "Stiamo parlando del nulla, non ho mai sentito nessuno della Red Bull. Smentisco e lo faccio una volta per tutte. Mi sembra che la scelta del nuovo stadio sia abbastanza chiara in questo senso – aggiunge Pozzo jr –, vogliamo portare avanti il nostro progetto".

Un progetto che è andato avanti un po’ a singhiozzo negli ultimi anni con delle scelte che non si sono rivelate azzeccate: "Il nostro principale errore – ammette Pozzo –, è stato quello di rinunciare un po’ al nostro dna, quello di andare a prendere giocatori ai più sconosciuti ma che poi si rivelavano importanti. Ultimamente siamo andati ad acquistare calciatori più pronti. Ecco, dobbiamo ritornare all’antico, anche a costo di correre dei rischi".