"Dobbiamo considerarci tutti titolari. La nostra forza è il gruppo, provando a dare il massimo in allenamento e metterci tutti a disposizione del mister. Dobbiamo essere pronti ad ogni chiamata del mister". Inizia così l'intervento in conferenza stampa di Marco Parolo, centrocampista perno della mediana della Lazio e pedina importante all'interno delle rotazioni di Antonio Conte per la sua Italia. La Nazionale continua a prepararsi per l'inizio dell'Europeo e per l'esordio contro il Belgio e Parolo guarda così all'avvicinamento della squadra azzurra.
Riguardo gli allenamenti ed i carichi imposti da Conte alla squadra, Parolo si ritiene soddisfatto, soprattutto per la forma mentis che il mister sta instaurando all'interno del gruppo: "Si lavora tanto, ma a me piace anche perché nell’ultimo periodo con la Lazio ho perso condizione a causa di un infortunio. Si lavora tanto e ci mettiamo a regime per l’inizio della competizione. Il mister ha una mentalità vincente, ti sprona sempre a dare il massimo. Non si molla di un centimetro, siamo spesso esauriti alla fine. Questo atteggiamento dobbiamo riportarlo in partita".
Successivamente, riguardo i cambi tattici visti ieri dal 3-5-2 al 4-3-3, questo il parere di Parolo: "Il mister sta valutando varie opzioni anche per provare tutti e cercare altri automatismi che durante una sfida possano darti valide alternative. Se serve corsa e fisicità, piuttosto che altro, è giusto che ci siano delle alternative. Deve essere bravo il mister a trovare il mix giusto".
Il tutto senza dimenticare il credo fondamentale della rosa azzurra: "Spirito di gruppo e di lottare su ogni pallone. Abbiamo pochi picchi di talento, ma tutto deve partire dal concetto di gruppo, che è stato la base di tutte le vittorie della nazionale. Anche la Germania, quando ho parlato con Klose, mi ha detto che la differenza la fa sempre il gruppo. Ovunque ho giocato e ho fatto bene, dove abbiamo ottenuto risultati, è sempre stato il gruppo a fare la differenza. Il gruppo alza il livello di tutti e della squadra".
Una caratteristiche che, inoltre, sembra aver condizionato anche gran parte della storia calcistica di Parolo: "Nella mia carriera mi sono sempre guadagnato tutto. Non sono mai stato un talento puro dall’inizio della mia carriera. Con questo spirito, di lottare sempre e non darsi mai per vinti, tutto è possibile. Solo il talento non ti fa vincere. Abbiamo giocatori che possono risolvere la partita, ma non basta. I giocatori che si sono affermati, lo hanno fatto con l’applicazione ed il lavoro. Questa deve essere la nostra base. Questo è quello che ci sta insegnando il mister. Sarà bello sorprendere tutti".
Inoltre, tra passato, presente e futuro, un pensiero riguardo la scelta di Ventura, tra la panchina della Lazio e dell'Italia: "Il gol in nazionale è la ricerca di una gioia non un’ossessione. Quest’anno sono stato molto sfortunato, ho preso molti pali e alcune occasioni le ho sbagliate. L’importante è esserci. Il mister è un grande allenatore, che ha dimostrato tanto. Farà la sua scelta, starà bene sia alla Lazio che all’Italia".
Infine, un parere sulle differenze tra l'avvicinamento al mondiale disputato in Brasile e su questo gruppo che si avvicina alla kermesse francese: "Ci sono stati degli stravolgimenti all'interno del gruppo. Io, ad esempio, sono stato chiamato all'ultimo secondo. Questo gruppo invece è formato da più tempo, e può essere un vantaggio conoscendo già cosa chiede il mister. Inoltre, giocare in Europa ti permette di concentrarti maggiormente sul campo e su quelle che saranno le partite senza preoccuparti degli altri fattori esterni".