Dire che la Juventus è la squadra più forte d'Italia è una banalità. Dire che è la squadra più rappresentata ad Euro 2016 (assieme al Liverpool, con ben 12 giocatori) è una statistica. Inutile girarci attorno: anche a livello internazionale, il brand bianconero inizia a circolare e, al momento, nei nostri confini non c'è avversario che tenga. Ma facciamo un passo indietro. 5 anni fa, 2011, di questi tempi la Juventus aveva chiuso la stagione con il secondo settimo posto consecutivo e si prospettava l'ennesima rivoluzione. Ma, la linea presidenziale cambiò solo il necessario: da allora solo dominio, con un modo di gestire tutto praticamente perfetto, la squadra è diventata vincente e si è pure (ri)fatta un nome all'estero, vuoi per qualche colpo fenomenale (Barzagli, Lichtsteiner, Vidal, Pogba, Pirlo, Tevez e potremmo continuare per ore), vuoi per la finale di Champions League raggiunta, seppur persa. I complimenti ovviamente vanno estesi anche alla gestione tecnica che è stata di livello, assolutamente, ma la riflessione sulla quale vogliamo soffermarci è la seguente: perchè una società come il Milan, in una situazione pressochè uguale a quella bianconera di un lustro fa, non segue la stessa linea?
Non solo i rossoneri. Però è la squadra che ha la situazione più simile, l'esempio più lampante di una società solo qualche anno fa fra i top club europei e che adesso stenta, anzi perde il confronto per l'accesso ai preliminari d'Europa League. La situazione va avanti da anni e va cambiata: la strategia del presidente Berlusconi, ora, sembra quella di puntare tutto sui soldi cinesi. Si può aprire un ciclo "solo" con i danari in un campionato realmente competitivo? La risposta è, ovviamente, no: vedi il Manchester City, campione d'Inghilterra nel 2011 ma incapace di costruire una striscia vincente, quest'anno piazzatosi quarto dopo un mercato da oltre 200 milioni. Inutile citare il Paris Saint-Germain: la Ligue 1 non può allo stato attuale considerarsi un campionato competitivo per i parigini, che stradominano come se fosse un videogioco (o anche meglio). La vera forza della Juve è l'attenta programmazione: nessuna spesa folle, movimenti mirati. Non è così semplice, ma basterebbe un progetto chiaro per dare quantomeno un senso alle stagioni future: non sempre può essere un tecnico, vedi Mihajlovic, il capro espiatorio.
Al momento sembra tutto lontano: ma in realtà è qualcosa di fattibile. Difficile, ma fattibile. Possibile, è il termine adatto. Che sia il Milan, magari con i soldi cinesi che aiutano sì ma solo se spesi con un senso, o qualsiasi altro club, alla fine la forza della programmazione vince sempre. E al momento, vince da 5 anni consecutivi.