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Lo stadio - Lo slogan ideato questa estate era "Entra nella storia", perchè il nuovo Friuli era la realizzazione di un progetto ideato nell'ormai lontano 2007 da Giampaolo Pozzo. Si sperava che un impianto nuovo, più piccolo e confortevole, incanalasse meglio il tifo, esaltando la squadra. Il calore del pubblico è effettivamente aumentato notevolmente, ma questo ha quasi spinto i giocatori a fare peggio anzichè meglio. Pochissimi infatti i punti raccolti in casa, soprattutto nel girone d'andata. Resta però il fatto che lo stadio nuovo è un vero e proprio gioiello, che fa invidia alla maggior parte degli altri club e che ha raccolto consensi importanti, come quello di Bonucci in occasione di Italia-Spagna (ritorno della Nazionale ad Udine otto anni dopo Italia-Georgia): "Complimenti all'Udinese e alla famiglia Pozzo e a tutti coloro che hanno regalato all'Italia, al calcio italiano e ai tifosi un altro stadio, dopo lo Juventus Stadium, moderno, accogliente e adatto a tutti coloro che amano e seguono il calcio. Complimenti". Peccato solo che la società abbia fatto l'ennesima scelta che cozza con i sentimenti dei tifosi, vendendo il nome dello stadio, ora "Dacia Arena", e rifiutando persino di mettere "Friuli" nel nome, come qualcuno aveva proposto come via di mezzo.
Il tifo - Per uno stadio splendido, c'è una tifoseria che era considerata tra le più fredde d'Italia. Con il passare delle giornate però i fedelissimi, ovvero quei dodicimila che hanno continuato imperterriti a seguire da vicino la squadra nonostante fosse la più brutta Udinese degli ultimi sedici anni, si sono scaldati sempre di più. Fino ad arrivare agli ultimi due mesi, dove il tifo e il sostegno hanno raggiunto livelli altissimi, spingendo la squadra a grandi vittorie con Napoli e Fiorentina. Peccato per la debacle con il Torino, dove i tifosi hanno cantato per 90' mentre i giocatori al 5' erano già usciti dal campo. No comment sul dito medio del vicecapitano Danilo alla curva in Udinese-Roma.
Luigi "Gigi" De Canio - Il tecnico lucano ha fatto un lavoro eccelso considerando la situazione drammatica che ha trovato al suo arrivo. Ha saputo rimettere ordine in uno spogliatoio disastrato, rimettendo ogni giocatore al suo posto, ottenendo probabilmente il massimo da questa rosa. Con tutto il rispetto per Iachini, ma, se la scelta della società è di continuare con allenatori di basso profilo, l'ex Lecce poteva essere tranquillamente riconfermato.
La festa d'addio - L'addio a Di Natale, Domizzi e Pasquale è stato molto doloroso e a livello di spogliatoio sarà molto difficile da gestire, ma la festa post Udinese-Carpi è stata bellissima e l'addio di Di Natale da film.
Flop
Gino Pozzo - La gestione di Pozzo junior negli ultimi tre anni è stata un disastro e quest'anno si è toccato lo zenit. Il Granada si è salvato all'ultima giornata e i tifosi lo hanno ufficialmente contestato (lui ha risposto vendendo il club), il Watford ha fatto una stagione anonima in Premier dopo un girone d'andata brillantissimo e l'Udinese ha fatto la sua peggior stagione del nuovo millenio, sfiorando la Serie B. Il mercato, per quel che riguarda i friulani, è stato un disastro, il grande innesto Duvàn Zapata ha perso 4 mesi per infortunio e il Napoli lo richiamerà già questa estate, strappando il prestito biennale. Iturra e Marquinho due giocatori di terza categoria prestati alla A. Edenilson è rientrato con la testa ancora a Genova. Alì Adnan l'unico a mostrare qualche potenzialità per il futuro. A gennaio è arrivato Kuzmanovic, in prestito con diritto di riscatto, il serbo è stato fondamentale per il centrocampo friulano, ma 5 milioni paiono essere troppi per Pozzo, nonostante ne siano stati spesi 13 per riserve come Guilherme, Lucas Evangelista e Kone.
La gestione improntata sul marketing - L'Udinese ormai è sempre più marketing e sempre meno calcio giocato. Grandi dichiarazioni, fatte probabilmente per attirare i tifosi, non hanno trovato assolutamente il riscontro dei fatti. Non ultime le dichiarazioni di voler puntare in alto, salvo poi ripiegare su un allenatore abituato ad allenare squadre che lottano per non retrocedere. Dichiarare che questa rosa era da metà classifica, ed appellarsi alla sfortuna davanti a certe prestazioni, è pura follia.
Stefano Colantuono - La società gli ha fornito una rosa scarsissima, accontentando solo a fine settembre (e solo dopo il gravissimo infortunio patito da Merkel) la richiesta di un regista con lo svincolato Lodi. Lui però non si è adattato alla situazione, continuando a chiedere un tipo di gioco che i suoi riuscivano ad applicare solo a tratti. Inoltre è andato contro lo spogliatoio fin da subito, con Pinzi che ha chiesto la cessione immediata e con Di Natale, Domizzi e Pasquale finiti nel dimenticatoio. Alla fine, dopo un girone d'andata accettabile, ha perso il controllo della squadra, fino all'esonero.
La squadra - Su 28 elementi, almeno 10 non hanno palesato alcun interesse nei confronti della squadra e hanno giocato semplicemente perchè hanno firmato un contratto. La mancanza di voglia alla lunga è emersa, con i mesi di gennaio, febbraio e marzo costellati di sconfitte e goleade prese. Se si vuole riemergere dal burrone bisognerà innanzitutto epurare questi soggetti. Sono ben quattro le partite terminate con 4 o più gol al passivo, senza contare poi quelle in cui la squadra è rimasta negli spogliatoi.
La preparazione estiva - Un disastro, i giocatori hanno passato l'annata a rincorrere gli avversari. Arrivavano infatti sempre per secondi su tutti i palloni. Qualcosa non ha funzionato.