Davide Calabria, difensore del Milan, è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport. Otto presenze con la maglia rossonera in questa stagione per il classe 96': "Per me è stato una stagione bellissima, il primo vero campionato di Serie A. Sono cresciuto molto: c’è una differenza enorme tra Primavera e prima squadra. Qui tutto è più veloce, devi pensare prima, leggere in anticipo le situazioni di gioco. E poi devi andare sempre a mille all’ora, in partita come in allenamento. Il debutto da titolare? Nella partita precedente ero entrato quasi a freddo contro il Palermo per l’infortunio di Abate. Non avevo avuto tempo di pensare granché. Poi prima della trasferta di Udine, Mihajlovic mi convocò nel suo spogliatoio: ‘Tocca a te, gioca come contro il Palermo e andrà tutto bene. Sei bravo, non aver paura’. Lo ringrazio, con lui sono cresciuto". 

Secondo Calabria nell'ultima stagione è mancato il senso di appartenenza: "Cos’è mancato quest’anno al Milan? Tante cose non hanno funzionato e sotto tanti aspetti dovremo migliorare. Ma credo sia mancato soprattutto un senso di appartenenza. Quando giochi per il Milan non puoi fare brutte figure e non puoi accontentarti di puntare al sesto posto. Gli obiettivi devono essere sempre alti, come dice la storia di questa società. E bisogna sempre onorare la maglia che indossi e i tifosi che vengono allo stadio. Poi certo, bisogna anche ammettere che oggi ci sono alcune squadre che sono superiori". 

Sul ritiro di Mestre dell'Under 21: "Ora sono concentrato sull’Under 21- ha affermato Calabria- sono fortunato a far parte di questo gruppo con un biennio di anticipo, è tutta esperienza che mi auguro possa servire per il futuro, perché spero di restare sempre nel giro azzurro perché per me è un onore indossare la maglia della nazionale. Poi andrò in vacanza e rientrerò per il raduno. L’obiettivo è giocare con continuità, il sogno è di poterlo fare nel Milan".

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Chiusura su Brocchi: "È rimasto coerente con le sue idee. Certo, ha avuto un atteggiamento un po’ diverso all’inizio, sapeva che non poteva fare rivoluzioni ed è stato intelligente a non provare a farle. Non c’era tempo per impostare una squadre secondo la sua filosofia. Ma credo che in finale di Coppa Italia qualcosa di buono si sia visto e se avrà tempo farà bene, come dimostrato nelle giovanili. È un allenatore molto preparato a livello tecnico-tattico. E poi è un grande uomo. Per noi giocatori è quasi un amico, uno con cui parlare, confrontarsi sui diversi punti di vista e cercare insieme la soluzione. Questo è molto bello. Gli auguro di rimanere al Milan: lo merita sia l’allenatore sia l’uomo".