"La rimonta della Juve? Mi piace molto Il Gladiatore. Come noi, Massimo Decimo Meridio non iniziò bene. Gli ammazzarono la moglie e il figlio. Ma con la sua forza interiore è riuscito a uccidere il Cesare. Era quello che voleva, così come noi volevamo lo scudetto a tutti i costi".

Inizia così l'intervista di Paulo Dybala, gioiellino della Juventus campione d'Italia, ai microfoni di GQ. Un viaggio che ha portato la Joya a cambiare abitudini di vita e non solo, passando dai campi di periferia di Cordoba allo Scudetto con i bianconeri: "La mia vita è cambiata molto prima, in realtà. Quando avevo 15 anni mi sono trasferito a Cordoba, da solo, per giocare nell’Istituto. Cordoba è più grande di Palermo e Torino, quindi alle metropoli ero abituato. Il vero impatto è stata la partenza per l’Italia. Mi sono ritrovato a 11mila chilometri da casa a 17 anni. La mia vita quotidiana? Abito con la mia ragazza, facciamo una vita molto rilassata. Una o due volte alla settimana andiamo al cinema oppure usiamo Netflix. Ho “divorato” Narcos e sto seguendo Prison Break. Più raramente, ma leggo anche. Ultimo libro? Quello di Guardiola".

Dalla moda alla musica, con Dybala che, rispetto a tanti altri compagni di squadra, ascolta generi completamente diversi: "A Cordoba ascoltiamo il Cuarteto, un generale musicale nato nella nostra città e che ci rappresenta. Mi piacionno molto anche il reggaeton e il rock argentino. La Dab con Pogba? È roba di Paul, io gli sono andato dietro. Lui è sempre molto allegro, balla e canta. Un giorno, scherzando, ci siamo detti: “La prima volta che segneremo entrambi in una partita, esultiamo così”. È successo. E pare che sia piaciuto parecchio".

Dalla musica ai viaggi, chiudendo con i suoi gol più belli: "Adoro le mete tranquille, dove non c’è molta gente e ci si può rilassare. Caraibi e Maldive sono sicuramente due località segnate in rosso sul mappamondo. Sono innamorato di Roma e Parigi". A proposito di bellezza, si cambia tema passando al calcio giocato ed ai gol dell'argentino: "Il più bello? Quello al Sassuolo, perché la palla è andata dove volevo io. Quando riesci a fare esattamente quel che hai in testa, sei contento. E della carriera? Difficile sceglierne uno. Il primo che mi viene in mente è quello dello scorso anno a Palermo contro il Genoa. È molto simile alla rete con il Sassuolo. Sono andato sul mio piede e ho cercato di piazzarla all’angolino, un gesto tecnico che mi piace tantissimo".