Paulo Dybala ha rilasciato quest'oggi una lunga intervista a Tuttosport. Il giovane top player ha parlato della sua stagione straordinaria con la maglia bianconera: "Una stagione straordinaria: per come abbiamo vinto lo scudetto, per come è successo tutto, per la gioia. E’ stato tutto come me lo aspettavo, perché nei miei tre anni in Italia mi ero reso conto che non c’era una squadra così forte e vincente come la Juventus, non esiste uno stadio come il nostro che impaurisce gli avversari, non c’è niente di simile. Sapevo di arrivare in una delle squadre più forti del mondo e così è stato. Non mi sono mai pentito della mia scelta. Mai. Neppure nel momento più brutto quando avevamo dodici punti dall’Inter. Ero consapevole che avevamo cambiato molto, che molti di noi dovevano capire cos’era la Juventus, che molti meccanismi erano da sistemare. E soprattutto sapevo che tutto era ancora nelle nostre mani: bastava vincere le partite... e così è stato. E adesso è ancora più bello: l’idea di averlo vinto in questo modo rende tutto più entusiasmante."
Futuro lontano dalla Juve? Non se ne parla proprio: "Sogno 20 anni di Juve, diventerei anch'io un monumento come Buffon e Del Piero- ha spiegato Dybala- Prenderei la maglia numero 10, ma spero che la tenga Pogba: lui può diventare come Pelè. Il paragone con Messi non mi pesa, però per me è ora di vincere il Pallone d'Oro. Torino è bella, Superga mi emoziona: che dolore di fronte alla Lapide del Grande Torino".
Questo ragazzo del 1993 che alla Juventus ha conquistato tutti: "Ero consapevole che molti meccanismi erano da sistemare. Vincere così rende il tutto ancora più entusiasmante. Il collega più importante è stato Marchisio, mi è stato vicino fin dal primo giorno. Buffon, Evra e gli altri veterani sono i più saggi, hanno un modo più maturo di affrontare lo spogliatoio. Ci insegnano a scherzare nei momenti giusti e a lavorare quando si deve lavorare. Non ho idoli adesso ma i miei compagni in bianconero sono punti di riferimento. Vorrei indossare il 10, ma è occupato. Spero rimanga occupato per un bel po' comunque. Non so se Pogba rimarrà, è una sua scelta" .
Dybala si è soffermato sul francese: "Abbiamo un sacco di mattacchioni nello spogliatoio a partire da Paul (Pogba, ndr) che è quello che fa più scherzi di tutti, ma anche il Tucu Pereyra e poi dipende dalla scherzo e dalla vittima. Il gol più bello? Quello con il Sassuolo. Perché quel tiro l’avevo provato, l’avevo studiato e volevo metterla proprio lì. Quello più difficile? Il rigore contro il Chievo. Eravamo sotto di un gol, non stavo giocando molto, ero al centro della critica ed era un momento difficile per la squadra. Se resta? Non ci ho pensato. E’ un problema di Paul. Se mi aspettavo una Juve così grande? Mi aspettavo una società molto organizzata, forse non così tanto. E’ pazzesco il numero di persone che lavorano per la squadra mettendoti nelle condizioni di pensare solo al calcio, persone che non appaiono in televisione ma rendono possibile le nostre vittorie".
In chiusura l'ex Palermo ha raccontato il suo primo anno in bianconero: "La mia vita? E' cambiata radicalmente. E’ la squadra più amata, ha tifosi ovunque e sono davvero innamorati del club. Sono orgoglioso del loro affetto e di come mi hanno accolto.Torino? E' una città meravigliosa. Mi trovo benissimo, tutti rispettano i miei momenti di intimità: la gente è molto educata. La zona che preferico? Direi Superga. E’ un luogo affascinante, con un panorama bellissimo e ha una storia importante. Sono andato a visitare la lapide che ricorda il Grande Torino e ho sentito una grande amarezza, un senso di dolore per quello che era successo. La vedo anche dal mio balcone."