La Juventus è matematicamente campione d'Italia. Dopo un avvio da 12 punti in 10 partite, i bianconeri hanno ottenuto 24 vittorie nelle successive 25 e, come previsto da Allegri, con la cifra totale di 85 punti hanno allontanato definitivamente la possibilità che il Napoli potesse raggiungere il top club piemontese.
Come sempre, quando c'è di mezzo la Juventus non mancano le polemiche. Questo titolo è probabilmente il più rappresentativo, dato il calo iniziale. Le successive esplosioni di Dybala e Sandro, con l'aggiunta del miglioramento definitivo di Pogba, hanno reso praticamente invincibile questa squadra, che adesso guarda ad un futuro con proiezione Champions League. Ma inutile negare il contributo di tutto il resto del gruppo, unificato sotto un unico cielo da Mister Allegri, unico che davvero, probabilmente, non ha mai smesso di credere in questo Scudetto e difatti ha raggiunto con determinazione questo obiettivo.
Un avvio complicato, dovuto all'inserimento di nuovi profili, con delle variazioni tattiche da assimilare: Allegri in confusione, Pogba considerato indegno della 10 dalla tifoseria, fischi alla terza giornata addirittura dopo il pari col Chievo. Non si trovava una quadratura nemmeno negli scontri chiave: la squadra in Champions inanellava 2 vittorie in 2 partite, ma poi in campionato cadeva nuovamente a Napoli. E poi il cambio, lo scatto di qualcosa, la mentalità vincente, siero che scorre nelle vene bianconere, una reazione d'orgoglio.
Dopo il punto più basso della stagione, la quarta sconfitta stagionale a Sassuolo, quello scatto dovuto alle parole di Buffon ed Evra e lì l'inversione di rotta. La Signora non ha preso a pallate ogni avversario, ha saputo vincere male a volte o anche soffrire difendendosi in 11, ha digerito una sconfitta pesante come quella di Monaco e ha reagito fin da subito. Inutile elogiare ulteriormente questa squadra, parlano i numeri.