Di parole, poche. Di lacrime - amare e dolci, insieme- tante.
Onorare il simbolo di Roma (oggi che, per chi vive la città, è un giorno di festa speciale, è il Natale di Roma), significa omaggiare, con i nostri pochi mezzi, così come si può, un cristallino talento che dopo quasi 25 anni ci fa emozionare e vivere notti magiche. Francesco Totti è Roma, Roma è Francesco Totti.
Non è Totti a non voler lasciare il calcio, è il calcio a non voler lasciare Francesco Totti.

La Storia la sapete, quella storia che finirà (già c'è) sui libri, sui manuali. Il Capitano vive male una gestione societaria negativa e un rapporto con Spalletti molto chiaro ma poco luminoso all'esterno. La sua determinazione, come tutti i veri campioni, non diminuisce per queste ragioni, anzi. La voglia di dimostrare il potenziale aumenta. Diciamolo qua, facciamola finita: il Capitano, da solo, vale più degli apatici Dzeko, Salah, El Shaarawy, De Rossi, Pjanic. E la lista potrebbe assumere toni via via ingravescenti.
3', due gol, Toro matato. E' vittoria Champions (3° posto saldo, lunedì l'assalto al secondo, con tanti rimpianti).
Di lacrime, tante. Di parole, poche. Salvate questo Simbolo di Roma con almeno 1 altro anno di contratto, se le cose stanno così.

La gara

Contro il Toro la Roma non decolla, anzi, trema. Primo tempo granata più che giallorosso: Belotti furbamente cade in area su un'ingenua trattenuta di Manolas e realizza il rigore del vantaggio; la reazione della Roma prima del riposo si limita ad un tiro dal limite di Nainggolan che obbliga Padelli a una freddissima parata. Da segnalare al 42' le proteste della Roma per un braccio largo in area di Silva clamorosamente non sanzionato da Calvarese. La Roma si sveglia nella seconda frazione di gioco, più convinta nel pressing ma non particolarmente pericolosa. La ripresa si accende al 57' con Florenzi che da lontanissimo per poco non batte Padelli. Sul corner che ne consegue Nainggolan tira ma Gazzi para prima di Padelli. Per Calvarese nulla di fatto. La Roma continua ad attaccare e trova al 65' il meritato pareggio con Manolas abile a saltare sopra a tutti su un corner di Perotti. I giallorossi ci credono, le provano tutte (entra anche un apatico Dzeko), ma è il Torino in una delle poche azioni a passare in vantaggio, con Martinez abile a sfruttare l'errore da lapis rosso di Maicon dopo il cross di Bruno Peres sul secondo palo. Allora, è il tempo di Totti: Spalletti gli alza ancora di più l'asticella, lui risponde: dall'87' si scatena il ciclone: 22" appena ed è pareggio, con una spaccata da lacrime e un minuto dopo gol-rigore- del vantaggio dopo il terzo fallo di mano del Torino (il meno netto); il Torino saluta ancora l'Olimpico a mani vuote. Il mio nome è simbolo della tua eterna sconfitta.

LE PAGELLE

Szczesny 6 sui gol non può nulla, ma ormai ha chiaramente la testa a Londra.

Palmieri 6 non fa molto più del dovuto, anzi. Spesso si contiene per paura di sbagliare. Dzeko sv apatico, abulico, imbalpabile.

Manolas 5,5 serata no, serata sì: provoca il rigore, ma è suo il gol dell'1-1 che tiene viva la Roma.

Rudiger 6 copre bene gli spazi, con diligenza.

Maicon 5,5 sarà anche stanco e poco incline al rientro difensivo, ma in avanti mette tutto quanto possiede. Errore grave sul 2-1 granata, davvero una topica.

Florenzi 6 può fare ancora meglio, per carità; visto il "nuovo" ruolo, però, prova molto più costruttiva di Bergamo.

Keita 5,5 non amministra il pallone come suo solito. Fisicamente non c'è. TOTTI 8, L'ETERNO. SEMPRE LUI.

Nainggolan 6,5 il Ninja. Raramente dalla sua parte di trova un buco per passare. Cerca sempre l'anticipo.

El Shaarawy 5 sta rifiatando dopo un mese e mezzo da Faraone. Pochi spunti. Pjanic sv

Perotti 6,5 sempre imprendibile nei dribbling, secchi e precisi. Bene l'intensità e la voglia.

Salah 6 pericoloso, ma non decisivo come un mese fa.

Spalletti 6 l'intuizione e il tempismo non gli mancano. Gestione Totti da rispettare, ma non pienamente condivisibile, dati statistici alla mano.