Udinese-ChievoVerona, un brutto match, su questo c'è poco da discutere. Scarse le azioni da gol, ritmi blandi e un ultimo quarto d'ora caldissimo, ma per i motivi sbagliati. Scatta infatti il nervosismo, portato all'esasperazione anche dall'arbitraggio molto incerto del signor Gavillucci. Vengono così espulsi due giocatori in dieci minuti. Felipe mostra quanta poca sia la lucidità in casa friulana in questo momento, perchè solo in questo modo si può spiegare una gomitata ad un avversario a metà campo e a gioco fermo. Meggiorini invece viene mandato fuori perchè ferma Bruno Fernandes violentemente, per evitare un contropiede che poteva essere fatale. Quello che invece fa impressione è la fatica con cui le zebrette manovrano davanti all'area avversaria, tre occasioni da gol in novanta minuti sono un numero eccessivamente risicato, per essere in Serie A. Soprattutto se consideriamo che i clivensi sono alla "Dacia Arena" a fare da spettatori.
Sì perchè Maran imposta la partita per ottenere un punto e nulla di più, con Radovanovic ed Hetemaj che molto raramente salgono per supportare Inglese e Meggiorini. C'è quindi il solo Birsa a provare qualche percussione, ma non risulta mai pericoloso. C'è da dire che i gialloblù hanno comunque un'azione da gol mastodontica, con Inglese che a due passi dalla porta riesce ad impattare il pallone, ma un riflesso pallavolistico del solito, impeccabile, Karnezis evita la tragedia.
De Canio invece schiera la sua solita Udinese, con la doppia diga davanti al portiere greco, formata dai tre centrali e i due mediani, e con Bruno Fernandes a fare da raccordo tra le punte e il centrocampo. L'unica sorpresa sta nella presenza di Pasqule e non Armero sulla fascia sinistra. Se nel pre match l'assenza del colombiano era plausibile, a causa delle tre partite in sette giorni, oggi emergono dettagli strani. Sembra infatti che l'ex Napoli e Milan abbia passato l'ennesima notte "brava" della sua carriera, prima della partita. Non proprio la cosa giusta da fare quando la tua squadra sta ancora lottando per evitare che la stagione si trasformi in tragedia (sportiva). Maggiori dettagli, probabilmente, nei prossimi giorni.
La partita è adatta per chi soffre d'insonnia, poco giro palla, scaligeri rinunciatari e friulani che cercano di combinare qualcosa. La differenza tra le due squadre però è evidente. Gli uomini di Maran infatti sanno già a chi girare il pallone quando gli capita tra i piedi, quelli di De Canio invece devono sempre guardarsi molto intorno prima di decidere cosa fare. Qui probabilmente sta il perchè il ChievoVerona abbia sette punti più dell'Udinese. Anche con molta libertà d'azione, i friulani non riescono a colpire. È allucinante come Duvàn Zapata spari debolmente quella che dovrebbe essere una "cannonata" al 21'. C'è Gamberini ad ostruire l'azione, è vero, ma non abbastanza da impedire al giocatore arrivato in prestito dal Napoli di effettuare una conclusione decente, cosa che non succede. Merita invece un encomio Widmer, che è veramente un altro giocatore da quando Colantuono ha abbandonato. Lo svizzero è il più pericoloso, corre, si sacrifica in copertura e cerca di saltare l'uomo, rendendosi pericolosissimo quando ci riesce. Al 35' infatti serve un super Bizzarri per negargli la gioia del gol. La sensazione alla fine del primo tempo è neutra, non c'è alcuna emozione e si percepisce che il destino finale della partita sia di finire con uno scialbo 0-0.
La ripresa lo conferma, anche se Bruno Fernandes ha un'occasione ghiottissima per rompere la maledizione, ma fa l'errore opposto del "Panteròn": mette troppa forza nel tiro e questo finisce in cima al Monte Olimpo. Come detto sopra, il finale di partita è bollente più per la condotta dei giocatori che per dinamiche legate allo sport. Così, nel post partita c'è comunque un po' di soddisfazione, perchè voglia comunque ce n'era e si è preso un punto contro una squadra che arrivava da tre vittorie consecutive. I risultati delle squadre che sono indietro in classifica non permettono però di stare tranquilli, Carpi e Frosinone infatti stanno mettendo in mostra una tenacia invidiabile, cosa che, a fine stagione, conta ancora più del solito.
Il futuro quindi è ancora grigio per questa Udinese, che ancora non può dirsi salva, dato che il distacco ora è di 5 punti dal terzultimo posto e mancano 5 partite, due contro Inter e Fiorentina, clienti molto indigesti. Serve un po' più di velocità per chiudere i giochi, il resto sembra esserci, almeno per una salvezza soffertissima. Serve soprattutto che Duvàn Zapata ritrovi la via del gol, perchè lo schema di De Canio porta Thereau, capocannoniere friulano, a fare un gran lavoro per permettere alla punta di segnare e quindi è necessariamente meno presente sottoporta. Adesso, oltre ai rapporti tesi tra Di Natale e la società, si aggiunge anche il problema Armero, perchè, se dovesse risultare vera la voce della notte sregolata pre match, sarebbe l'ennesimo caso destabilizzante per l'ambiente. Infine, oggi è circolata con grande insistenza e per bocca di giornalisti autorevoli, tra le quali quella di Michele Criscitiello (direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb), la notizia dell'accordo tra Pozzo e Pioli per un biennale valido dalla prossima stagione. De Canio sapeva bene che la società stava cercando un altro allenatore per la prossima stagione, infatti ha firmato fino a giugno. Quindi, dovesse risultare vero il rumor, non dovrebbe avere ripercussioni interne, ma tutto dipenderà se arriverà questa benedetta salvezza o no.