Il 4-0 al Palermo porta in dote un vantaggio cospicuo. Giornata decisiva ai fini della lotta Scudetto quella in archivio da poche ore. Il Napoli si ferma a Milano e la Signora, glaciale, cammina sui resti del Palermo. Cinque giornate al termine, quinto titolo consecutivo a un passo.
Tempo quindi di volgere l'attenzione alla prossima stagione, al mercato estivo. Marotta - ai microfoni di Radio Anch'io lo Sport - stoppa le ricche sirene che provengono, quotidianamente, dall'estero. Pogba è patrimonio bianconero, un fuoriclasse preso in "fasce" dallo United e ora uno dei migliori centrocampisti d'Europa. L'idea della dirigenza è di consolidare il rapporto con il transalpino, ma il mercato ha leggi particolari, occorre sentire entrambe le parti in causa.
"Nessun giocatore della Juventus in questo momento è sul mercato".
"L'anno scorso su Pogba la società ha fatto una scelta precisa. Per noi lui è un elemento determinante da qui a qualche anno. Sta bene con noi, è cresciuto, è diventato un campione, il suo habitat naturale è questo. Poi certo nelle cose di mercato bisogna tenere conto che da una parte c'è la società che non vuole vendere i giocatori più importanti, dall'altra c'è la volontà dei giocatori di restare".
L'A.D bianconero stringe virtualmente la mano al Napoli. Una stagione d'eccellenza per gli azzurri, al comando nella fase iniziale e al passo della Juventus a lungo. Un braccio di ferro ricco di tensione e spettacolo, prima della resa, recente, dell'undici partenopeo.
"E' stato l'avversario più temuto. Ha avuto un avvio di stagione importante ed è andato ai di là di ogni aspettativa, considerato anche il cambio di tecnico in estate. Sarri ha dimostrato di essere un bravo allenatore, ha gestito un gruppo importante e lo ha portato al secondo posto"
Un plauso al lavoro di Allegri. L'approdo a Torino dopo l'era Conte, il difficile compito di rimpiazzare un tecnico vincente, di carattere. Impronta di classe, l'ingresso in punta di piedi, poi una presenza sempre maggiore nel mondo Juve. Ora si tratta il rinnovo, Allegri tranquillizza, Marotta non ha dubbi.
"Il compito della società è quello di supportare l'attività del proprio allenatore nella quotidianità. L'abbiamo fatto con Conte e l'abbiamo fatto con Allegri. Va riconosciuto grande merito a questo allenatore, che dopo aver gestito un'eredità pesante, è riuscito a creare nello spogliatoio un grande equilibrio, dare le giuste motivazioni, fare un percorso di gioco. Le sue soddisfazioni sono anche le nostre".
Tiene banco il tema infortuni. Claudio Marchisio finisce sotto i ferri, il problema al ginocchio è grave. Lo stop per il principino riporta in auge le annose difficoltà dell'annata corrente. Una serie infinita di intoppi fisici. Questa la spiegazione di Marotta.
"Confermo la diagnosi fatta ieri sera. Claudio Marchisio è un ragazzo serio, un patrimonio della Juve e siamo molto dispiaciuti".
"Molti nostri giocatori fanno parte delle nazionali, per cui la media di partite giocate è 40-50 all'anno. Questo può comportante stress psicofisico che può incidere sugli infortuni"
Chiusura sul caso Totti. Battibecco, al vetriolo, con Spalletti al termine di Atalanta - Roma. Marotta sottolinea il ruolo della società e allontana il paragone con Del Piero. Dipartita, a suo dire, non certo traumatica.
"Non conosco i dettagli, quindi non voglio entrare nei particolari. So che nelle cose calcistiche l'importanza della società è al di sopra di tutto. Il club ha dirigenti competenti, sanno loro quel che devono fare".
(sull'addio di Del Piero) "Per lui solo parole belle per quel che ha fatto con la Juventus, ha regalato pagine di grande gloria e grandissime emozioni. Come tutto nella vita, il suo percorso con noi si è chiuso, ma in grande tranquillità"