Sergio Pellissier è una bandiera del Chievo Verona visti i 14 anni di militanza nel club di Campedelli e i numeri che ha fatto registrare nella sua carriera a Verona. La rete contro il Carpi dello scorso turno di campionato è stata la numero 96 in Serie A. Il traguardo dei 100 non è così lontano e sarebbe un risultato fantastico.
L' attaccante del Chievo alla Gazzetta dello Sport parla così di questa possibilità: "I compleanni non m’interessano e sul futuro non ho ancora le idee chiare: gioco finché sto bene e mi diverto. Poi vedrò se restare nel calcio. Cento gol in serie A? Non so se ce la faccio quest’anno, è difficile, dovrei giocare un po’ di più. Soffro a stare in panchina, ma il calcio è questo. Bisogna accettarlo." Tanti anni passati nella stessa squadra, Pellissier prova a svelare un piccolo segreto di questa longevità: "Campedelli. E' Un personaggio particolare, di poche parole. Mi assomiglia: per questo andiamo d’accordo.Maran? Credo che uno debba cogliere al volo il treno che passa: i risultati stanno confermando che è un bravo allenatore. Non so che succederà, so che mi piace la sua idea di calcio offensiva."
Così come a Pellissier piace Verona, anche se non dimentica la sua Valle d'Aosta, lui unico giocatore di Serie A che arriva da questa regione: "Amo la città e la sua gente. Mai avuto problemi, neppure con i tifosi dell’Hellas. Sono l'unico valdostano in serie A. Sono legato alla mia terra, dove i Pellissier abbondano, e fino ai 14 anni ero un discreto sciatore. Oggi non conosco più nessuno, purtroppo." In chiusura un dolce ricordo legato alla Nazionale e a Marcello Lippi: "Era il 6 giugno 2009. Una specie di premio da parte di Lippi, che stava preparando la squadra per la Confederations Cup. Entro nel secondo tempo al posto di Pazzini, ricordo bene il gol. Discreto: passaggio di Brighi, stop di petto e mezza girata di sinistro. Un gesto istintivo."