Da circa 6 anni a questa parte in Italia si sta assistendo ad un fenomeno calcistico molto particolare e cioè quello della promozione di allenatori e giocatori dal Settore Giovanile alla Prima Squadra.
Senza andare eccessivamente a ritroso, il primo sintomo di questo tipo di filosofia si è avuto quando la Roma decise a suo tempo di esonerare Ranieri per promuovere dalla categoria Giovanissimi, Vincenzo Montella. L'ex attaccante giallorosso, nonostante la totale inesperienza, fece bene ma non benissimo per meritarsi la conferma. Infatti la stagione successiva l'"Aeroplanino" approda a Catania sotto l'ala protettiva dell'ad Pietro Lo Monaco, che crede in lui mettendogli a disposizione una squadra che l'attuale tecnico della Sampdoria plasma alla perfezione, dandogli un gioco quasi "spagnoleggiante" e nello stesso tempo molto divertente. Il resto è storia dei giorni nostri con i tre anni alla Fiorentina che sono conciliati con altrettanti quarti parti. Dopodichè il divorzio dai Della Valle e la chiamata di Ferrero per salvare la Samp.
Dopo di lui è toccato ad Andrea Stramaccioni che nel 2012 viene chiamato a sostituire Ranieri sulla panchina dell'Inter, dopo aver vinto la "Next Generation Series" ( a quel tempo considerata la Champions League dei giovani, prima dell'avvento della Uefa Youth League ) con la formazione Primavera battendo ai rigori l'Ajax. Un successo che ha colpito soprattutto il presidente Moratti ( presente in tribuna ) che è rimasto strabiliato dal gioco, dall'organizzazione e dalle capacità tattiche e motivazionali dell'allenatore romano. Stramaccioni si presenta per la sua prima a "San Siro" con un 5-4 sul Genoa, che fa presagire ad un'Inter, si spettacolare in fase offensiva ma altrettanto lacunosa in fase difensiva. Così sarà fino al termine della stagione, ma nonostante ciò il presidente nerazzurro decide di riconfermarlo e tale scelta porterà i suoi frutti, infatti l'attuale tecnico del Panathinaikos guida l'Inter verso la vetta della classifica riuscendo addirittura ad espugnare il difficilissimo campo dello "Juventus Stadium", fin lì imbattuto ( 1-3 in rimonta il risultato finale ). A quel punto la stagione nerazzurra prende una brutta piega in quanto s'infortunano Milito, Cassano e Palacio ed a Strama non rimane che schierare Alvarez e Rocchi in attacco. Rischia l'impresa in Europa League riuscendo a rimontare il 3-0 subito all'andata dal Tottenham, ma ai supplementari l'Inter è costretta a cedere il passo col risultato di 4-1. In campionato il team nerazzurro chiuderà al 9° posto e per Stramaccioni arriva l'esonero. Il periodo da disoccupato però è breve perchè ad ingaggiarlo è l'Udinese, che viene adeguatamente ripagato della scelta, infatti il tecnico romano riesce a far salvare la società friuliana con largo anticipo. Nonostante il buon risultato Stramaccioni decide di separarsi dai Pozzo per approdare al Panathinaikos.
Anche in casa Juventus decisero di optare per questa soluzione quando al termine della stagione 2008/09 si decise di sollevare dall'incarico Claudio Ranieri per far posto a Ciro Ferrara, che si conquistò la conferma vincendo le ultime due partite del campionato. L'annata successiva però fallisce dopo un buon inizio e quindi viene esonerato.
Un caso più unico che raro è Roberto Stellone, che mentre guidava la Beretti del Frosinone, viene chiamato ad allenare la Prima Squadra, portandola in due anni dalla Lega Pro alla storica promozione in Serie A. Ora la formazione ciociara rischia addirittura la permanenza nella massima categoria. Tutto ciò grazie ad un allenatore che non si è fatto cogliere impreparato ma anzi ha messo in mostra tutte le proprie qualità tecnico - tattiche nella lettura della partita così come nella costruzione di un gioco e nel motivare a dovere la squadra. Non a caso il team frusinate è ancora lì a giocarsela per la salvezza, infatti nonostante gli evidenti limiti qualitativi e quantitativi della rosa, la formazione ciociara non ha mai avuto paura di alcun avversario, provando anzi a metterlo in difficoltà con la propria organizzazione tattica e velocità di gioco.
Esempi di questo fenomeno non li abbiamo solo in Serie A ma anche in Serie B, con l'avvento di Primo Maragliulo sulla panchina della Virtus Lanciano. L'attuale tecnico degli abruzzesi, dopo aver sorprendentemente portato la formazione Primavera al 1° posto del girone C ( davanti a squadre decisamente più attrezzate come Roma, Empoli, Lazio e Palermo ), ha risollevato le sorti della Prima Squadra che con D'Aversa sembrava in netta difficoltà. Infatti con Maragliulo la Virtus è uscita dalle sabbie mobili della classifica ed ora risiede in posizioni più tranquille. Anche Massimo Oddo, a Pescara, dopo esser stato chiamato a sostituire Baroni nell'ultima giornata di campionato ha portato la formazione biancoazzurra ai play-off e ad un passo dalla Serie A. Quest'anno è ripartito con buoni propositi ed infatti la squadra abruzzese milita nelle zone alte della classifica. Aglietti invece ha una storia un pò particolare alle spalle infatti prima salvò l'Empoli nella maniera più rocambolesca possibile ( sotto 0-2 in casa contro il Vicenza nel play - out di ritorno, la formazione azzurra riesce a ribaltare il risultato condannando i veneti alla Lega Pro ), poi fece abbastanza bene col Novara salvo poi fallire l'anno successivo ed ora sta stupendo per gioco e risultati con la Virtus Entella. Il Latina, poco tempo fa aveva deciso di promuovere come allenatore della Prima Squadra Mark Iuliano che bene ha fatto fino al suo esonero.
Arrivando ai giorni nostri gli ultimi casi di promozioni di allenatori dal Settore Giovanile alla Prima Squadra, hanno visto Filippo Inzaghi fallire col Milan, dopo aver vinto la Viareggio Cup con la squadra Under 19. L'ex n.9 rossonero ha pagato tutta la propria inesperienza chiudendo al 10° posto in campionato, lontano dagli standard di una società come quella rossonera. Infatti ha pagato la stagione fallimentare con un esonero ed ora è ancora alla ricerca di una panchina. Chissà se avrà miglior sorte il fratello che dopo aver fatto molto bene con la formazione Primavera, ora è al comando della Prima Squadra della Lazio e a giudicare dall'esordio il futuro sembra confortante, in quanto i biancocelesti hanno superato senza troppi problemi un Palermo in pieno caos ( 0-3 il risultato finale ).
Ultimissimo caso è proprio quello di Christian Brocchi, che dopo aver lanciato tanti giovani a livello Primavera si appresta a sedersi sulla panchina della Prima Squadra. Infatti il presidente Berlusconi ha deciso di esonerare Mihajlovic e lasciar spazio all'ex centrocampista rossonero, che avrà l'arduo compito di conservare il 6° posto in campionato e vincere la finale di Coppa Italia con la Juventus. I primi effetti del suo avvento si vedranno Domenica quando il Milan affronterà la Sampdoria. Si parla già di cambio del modulo e un gioco migliore ma l'unica garanzia dell'ex tecnico della Primavera è la grinta e la determinazione che sicuramente non mancheranno.
Quindi in conclusione è giusto o sbagliato promuovere un allenatore dal Settore Giovanile alla Prima Squadra? E' giusto purchè il tecnico in questione venga adeguatamente tutelato dalla società. Se questo non accade si cade in errore e l'unico a pagare è appunto l'allenatore. L'aspetto negativo di questa corrente di pensiero sta nella mancata meritocrazia, verso chi magari non ha la stessa fortuna dei già citati colleghi e quindi è costretto a partire dal fondo per arrivare poi ai vertici. Purtroppo ad incidere su questa situazione è anche il momento economico che il nostro sistema calcio sta attraversando: gli imprenditori italiani preferiscono fare affidamento su una persona che già conosce le pressioni e i metodi di lavoro della società, piuttosto che rischiare prendendo un tecnico che andrebbe a pesare sul bilancio e che forse non darebbe le necessarie garanzie tecnico - tattiche e di personalità per portare la squadra a raggiungere gli obiettivi fissati. Inoltre c'è da tenere in considerazione anche la diversità di pressioni che c'è tra il campionato Primavera e la Serie A o B: infatti mentre a livello giovanile l'unico obbligo di un tecnico è quello di far crescere umanamente, tecnicamente e tatticamente i giovani, l'allenatore in ambito professionistico è obbligato unicamente ad ottenere il risultato.
E' vero anche che in Italia siamo abituati alla teoria del "tutto e subito" nel senso che l'unico interesse a cui bada un addetto ai lavori è il risultato ed è per questo che una scelta simile si presenta molto rischiosa, a meno che non venga fatta con coscienza e logicità. Dal fallimento del Mondiale 2014 si discute tanto del ringiovanimento a cui devono andare incontro le società di Serie A, in modo da imitare ciò che è accaduto in Germania, ma in questo modo si rischia di peggiorare la situazione in quanto non avendo la cultura e la mentalità dei tedeschi, si arriva a schierare in campo 17enni, 18enni non ancora pronti per palcoscenici simili. A quel punto, se hanno del talento, si alza la probabilità di una cessione al miglior offerente straniero per mettere in sesto i bilanci, altrimenti vengono girati in prestito in società di minor prestigio che possono tanto valorizzare quel giovane quanto rispedirlo al mittente. Ecco perchè la soluzione migliore sarebbe far rispettare a questi ragazzi tutte le tappe della loro carriera, altrimenti si rischia di venire "bruciati". Da questo punto di vista ci sono molti esempi sia positivi che negativi in Italia: vedi Balotelli, Scuffet, Donnarumma, De Sciglio, Calabria, Locatelli e via discorrendo. A volte si fa troppo presto a definire un giocatore come un campione o un fenomeno ma la verità è che solo con il lavoro, con il sudore, con l'impegno, con lo spirito di sacrificio e con la passione si arriva a realizzare i rispettivi obiettivi. Questi requisiti si acquisiscono col tempo e l'esperienza, per questo la cosa migliore è partire dal basso per arrivare in alto.