Alla fine è arrivata la sconfitta, la prima per mister De Canio sulla panchina dei friulani, ma tutto sommato è stata comunque una bella partita, tra due squadre che sono sembrate essere di pari livello e che lottano per lo stesso obiettivo. Però per l'Udinese il lavoro da fare è enorme, questo è evidentissimo. La partita con il Napoli è stata una felicissima parentesi, come ammesso dallo stesso De Canio, ma gli errori commessi in estate sono troppo gravi per poter pensare di concludere la stagione sfornando partite di alto livello come quella contro i partenopei. Nubi grigiastre su questo match si erano già addensate in settimana, con gli infortuni di Badu e Felipe, tegole da aggiungere alla squalifica di Bruno Fernandes e al litigio con Totò Di Natale. Il DeCa quindi è stato costretto a ridisegnare il centrocampo e a mettere una pezza in difesa, rispolverando elementi che aveva messo in panchina perchè nettamente fuori forma o con la testa altrove. Fortunatamente le sconfitte del sabato di Carpi e Frosinone (a cui si è aggiunta quella del Palermo con la Lazio nel posticipo) permettono di mantenere un distacco sul terzultimo posto tale da non doversi disperare più di tanto. Però nelle prossime sei partite bisognerà mantenere la concentrazione e sperare che non ci siano defezioni, dato il numero veramente esiguo di elementi in condizioni accettabili.
Il match parte come si poteva immaginare: tanta voglia di vincere, ma anche paura di perdere. Così la partita si mantiene su un buon ritmo, con occasioni da gol però molto diluite nel tempo. Nella prima frazione il vero protagonista è Quagliarella, che crea praticamente da solo tutte le azioni pericolose dei doriani. Udinese invece che cerca di rendersi pericolosa con le sgroppate e le sovrapposizioni sulle fasce, cercando magari un'inzuccata vincente. Alla fine della prima frazione il pensiero è comune per tutti, o la partita avrà un'episodio decisivo oppure si finirà sullo 0-0. Nel secondo tempo si verifica la prima opzione: al 58' Muriel cerca il cross al centro, la palla sbatte su Armero e finisce in rete. Più episodio di così non ci poteva essere. Si potrebbe protestare per un fallo sul colombiano friulano in occasione dell'autogol, ma l'arbitro non fischia, quindi c'è poco da dire. Russo arbitra all'inglese, quindi alla fine la decisione non è poi così incomprensibile. Sull'1-0 l'Udinese si butta in avanti alla ricerca del pareggio, scoprendo il fianco al contropiede della squadra di Montella, che però riesce a chiudere i giochi solo all'85' con Fernando. Friulani che hanno svariate occasioni per segnare, soprattutto nell'ultimo quarto d'ora, ma, come spesso capitato quest'anno, non sono abbastanza cinici. L'esempio lampante all'82', quando Kuzmanovic spedisce fuori un tiro dal limite dell'area con Viviano lontano dai pali.
La grinta c'è stata, chi lo nega ha guardato un'altra partita, ma purtroppo le seconde linee sono tali per un motivo. Male Piris dietro, che con la sua insicurezza mette in crisi tutto il reparto e non aiuta Danilo al centro. Così si è potuto capire quanto sia fondamentale il lavoro di Felipe. Brutta partita anche per Lodi, che nel ruolo di regista offensivo voluto da De Canio non si trova. Troppo lento per accendere tra le linee Thereau e Duvàn Zapata, che devono spesso cercare di creare delle azioni in solitaria, e troppo avanzato per aiutare Kuzmanovic ed Hallfredsson in fase di contenimento. La sconfitta quindi alla fine è meritata, con la Sampdoria che ha fatto la partita che aveva programmato. De Canio dovrà lavorare molto sulle sue riserve ed evitare cali dei titolari, per provare a fare punti domenica prossima contro il Chievo.