La carriera di Enzo Maresca ha permesso al centrocampista di girare tante squadre e di provare anche un' esperienza all' estero, in Spagna con il Siviglia, che gli ha aperto gli occhi sulle differenze profonde fra il modo di vivere il calcio nei due paesi. Ancora una volta, dal confronto di Maresca, è l'Italia ad uscire sconfitta.

In una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport Maresca non usa giri di parole per definire la sua scelta di tornare in Italia: "Tornare a giocare in Italia è stato il mio più grande errore. L’ho fatto perché mi aveva chiamato Ciro Ferrara alla Samp. Invece ho trovato un Paese fermo. Non c’è ricambio generazionale. D’altronde lo capisco, pensiamo alla visibilità che dà il calcio. Io ho giocato in Spagna sei anni e avrò visto in tv 4-5 presidenti, non di più. Da noi si fa a gara per metterci la faccia. E poi siamo poco leali, è il Paese di quelli che si sentono più furbi. Forse è stato persino un danno che abbiamo vinto il Mondiale 2006, quel successo ci ha impedito di rigenerarci. Poi la professionalità paga. Monchi, direttore sportivo del Siviglia, per me il più bravo che c’è in Europa, una volta mi disse: 'Noi siano una équipe di 16 persone. Ebbene, ogni volta che voglio scegliere da solo sbaglio, se ascolto gli altri invece non mi succede quasi mai'. Il problema è che da noi il d.s. ha il suo allenatore, l’allenatore si porta i suoi giocatori e si va avanti così. E nessuno dice niente perché tutti hanno paura di perdere il posto. "

Parlando di campionato, il suo Palermo va a caccia della salvezza, mentre sullo Scudetto Maresca prova a fare il veggente: "Certo che ci salviamo, ne sono sicuro, e lo dico ragionando. Sul pronostico scudetto dico Juve. Il Napoli gioca bene ma anche contro di noi ha rischiato di pareggiare. I bianconeri al loro posto ci avrebbero ammazzato prima." A proposito di Juventus, una sua esultanza nel derby contro il Torino è diventata storica: "Io non ho mai avuto niente contro i granata, tant’è che un paio di anni fa stavo per andarci. Quello che mi è dispiaciuto è la polemica di alcuni tifosi vip stile Chiambretti, che dice di essere tifoso del Torino e poi fa la pubblicità alla Fiat degli Agnelli. Io sul tema penso sempre la stessa cosa di alcuni anni fa: chi si indigna per quelle corna in corsa, ritiene che il gioco del calcio sia sacro. Non sono d’accordo; il calcio deve essere serio ma per diventare divertente."