Se il campionato di Serie A fosse finito dopo il turno appena passato il Carpi sarebbe salvo. Una sorta di Scudetto per una società alla prima esperienza nella massima serie. Il solo fatto, però, di giocarsela ancora adesso, nonostante lo scetticismo di molti, è dovuto al lavoro fatto da Castori in questa stagione.
E pensare che il Carpi lo aveva esonerato ad un certo punto. Un errore di cui il presidente del club Bonacini, in un'intervista alla Gazzetta dello Sport, ammette di essersi pentito. Per fortuna in tempo: "Castori? Indietro non si può andare, sono fatalista, inutile pensarci. Ma lui doveva restare, è un uomo azienda, uno di noi. Ho fatto un errore, l’importante, ma questo vale nella vita di tutti i giorni, è accorgersi di aver sbagliato." Chi ha salutato è stato Sogliano con cui il feeling non è mai scattato: "Mi sono fidato di Sogliano, un dirigente esperto, che ha scelto di cambiare dopo un inizio terribile. Ha chiamato Sannino, che conosceva bene, ma non c’è stata la scossa. In generale, Sogliano aveva idee troppo diverse. Sono arrivati e andati via oltre una decina di giocatori che non erano adatti al nostro calcio: pressing, corsa, aggressività, dedizione al lavoro quasi maniacale. Ci possiamo salvare con gli uomini della B: a Verona solo Belec e Cofie non erano con noi l’anno della promozione."
A propositoo di salvezza, non parlatene al presidente come di un obiettivo già raggiunto: "Non abbiamo fatto ancora niente, la strada è lunga. Sono nel calcio da 7 anni, non mi era mai capitata una situazione del genere. Di solito lottavamo per vincere un campionato. La partita della svolta? Il pari in casa del Torino, col rigore parato da Belec. Sarebbe stata una sconfitta immeritata, che avrebbe avuto conseguenze terribili sulla classifica e il morale." Stare in Serie A è bello, ma anche stressante ammette Bonacini: "E' stato un anno stressante per una piccola realtà: abbiamo rinforzato la società, che ha retto l’urto con la categoria. Abbiamo sfidato a testa alta club con bilanci 5-6 volte maggiori del nostro. Il gioco del Carpi è usurante, richiede grinta e sacrificio. La squadra è serena, non ha bisogno di essere caricata. Non ho parlato ai ragazzi in questi giorni, ho seguito l’allenamento di venerdì ma sono rimasto zitto."