Carlo Tavecchio non lascia, bensì raddoppia. Il presidente della FIGC, intervenuto ai microfoni di Radio Anch'Io Sport è tornato ad analizzare, alla vigilia del doppio confronto che vedrà l'Italia di Conte impegnata nelle amichevoli contro Spagna e Germania, dell'addio dell'attuale CT della Nazionale, guardando al futuro in panchina ed in generale del calcio italiano. 

"Nel 2014 con Conte abbiamo fatto un contratto biennale, con un accordo quadriennale con la Puma di quattro anni con la speranza di convincerlo a rimanere. Ci ho sperato, consapevole però che avesse firmato per due anni di accordo". 

Dall'addio dell'ex allenatore della Juve alle motivazioni di questa separazione. Tra la voglia di tornare "alla quotidianeità" alle polemiche di un rapporto mai nato tra i club e le richieste dell'ex centrocampista della nazionale: "Non credo perché noi abbiamo rispettato gli standard FIFA. Conte ha chiesto di più, correttamente, perché ha ricostruito una situazione non facile. Purtroppo gli impegni delle squadre che rientrano negli accordi FIFA e UEFA sono questi. Conte credo senta il bisogno normale per un tecnico di tornare a sentire il profumo del campo e dello spogliatoio. Credo sia questo il motivo del suo addio".

Da Di Biagio a Capello, passando per Ventura, Donadoni e tanti altri. Adesso, tuttavia, la priorità di Tavecchio non è scegliere il sostituto di Conte, bensì altro: "Nel 1982 e nel 2006 le nostre Nazionali hanno raggiunto successi grazie alla scuola federale, non legata ai club ma ai colori azzurri. Abbiamo vinto con la cantera azzurra. Potrebbe essere questo un progetto recuperabile e che ho abbandonato solo per Conte. Di Biagio? Non ho fatto nessuna valutazione, accordo e contatto. Per una questione di stile. Non sono solo io che decido, c'è uno staff che porterà a regime la nuova struttura. La Nazionale è il nostro interesse comune".

Dall'allenatore al simbolo per eccellenza di questa nazionale italiana che guarda con fiducia e speranza agli Europei francesi: Buffon. Queste le parole del numero uno della Federazione sul portiere bianconero: "E' l'immagine del calcio azzurro per eccellenza. E' una persona di grande etica e moralità. E' una persona che agisce con buon senso e punta sempre alla soluzione dei problemi. E' il nostro faro e la Nazionale non può prescindere da lui. Se Gigi con il suo modo d'intendere la professione potrà ancora dare molto. Lui per noi è una stella polare".

Successivamente, riguarda alle polemiche legate alla data della finale di Coppa Italia e del fallimento delle italiane in Europa, Tavecchio analizza così la situazione: "Ringrazio la Rai per la disponibilità di anticipare la data, ma sono sconfortato di fronte al no secco dei due tecnici in questione. In futuro dovremo codificare al meglio quelli che sono gli interessi superiori della Nazionale. La maglia azzurra è superiore a quella dei club. Le italiane europee? Il calcio inglese è rimasto fuori da tutto lo scorso anno. Ogni stagione è particolare. Noi abbiamo avuto sfortuna".

Ed infine, la chiosa come soluzione per provare a tornare al top delle classifiche e delle competizioni internazionali: "In futuro bisognerà limitare il numero dei calciatori stranieri, aumentando invece quelli degli italiani. I Centri federali che sono stati istituiti in ogni regione servirà per crescere i giovani talenti nel modo migliore. Il nostro sistema oggi si confronta con club che fatturano molto di più dei nostri. Senza un riforma della gestione degli investimenti sarà difficile essere tutti sullo stesso livello di competitività".