I Pozzo, è risaputo, possiedono tre società: Udinese, Granada e Watford. È veramente difficile riuscire a gestire una struttura del genere senza collaboratori fidati. Nello specifico, negli ultimi tre anni, Udine ha assistito ad un progressivo passaggio dello scettro del potere da Giampaolo Pozzo a Gino Pozzo. Le due società estere sono invece sempre state sotto la sua giurisdizione. Così, ad ora, tutto è gestito da Pozzo junior. Per ogni squadra ha un braccio destro: ad Udine c'è Giaretta, a Granada c'è Quique Pina ed infine a Watford c'è Gianluca Nani. Però, si sa, è molto difficile scegliere i collaboratori giusti e spesso, se non si è presenti al 100%, si rischia di dover assistere a disastri ed è quello che è successo quest'anno.
Gino Pozzo infatti quest'anno ha scelto di concentrarsi sul rafforzamento del Watford, neo promosso in Premier League e con 100 milioni di euro in saccoccia, lasciando ai suoi sottoposti l'allestimento delle altre due squadre (nonostante venissero entrambe da annate non proprio brillanti). Così si è accessa la luce gialla che, in pochi mesi, è diventata rossa. Perchè, se la squadra inglese ha già raggiunto la salvezza e in F.A. Cup fa sognare i tifosi, Granada ed Udinese sono invece una polveriera, mettendo alla luce tutta l'incompetenza che in realtà aleggia da anni attorno ai Pozzo e che era rimasta nascosta solo da un grande lavoro combinato dei due paròn friulani. Se per gli andalusi un'annata difficile era nelle previsioni, perchè non ci sono grandi risorse economiche e sono da poco tornati ad alti livelli, per i friulani il discorso dev'essere necessariamente diverso. In Serie A infatti per tre anni c'è stata una discesa che quest'anno rischia di diventare crollo e questa estate non è stata ritoccata una squadra che aveva mostrato gravi carenze in molti settori. Anzi, è stata modificata, ma con l'aggiunta di giocatori di bassissimo livello: Iturra da Granada e Marquinho dagli Emirati Arabi (via Roma). In più è arrivato Duvàn Zapata in prestito biennale da Napoli, ottimo rinforzo, se non avesse perso metà stagione per infortunio. C'è stata anche l'arroganza di non ritenere necessario un rimpiazzo per il partente Allan (Colantuono si era lanciato, chiedendo Jorginho in estate). Inoltre, mandato via Stramaccioni perchè considerato il male assoluto, è arrivato Colantuono, che ben ha pensato di andare subito contro i senatori, tanto che Pinzi (rimasto anche in momenti di difficoltà estrema) ha chiesto la cessione e l'accoppiata Domizzi-Pasquale è sparita. Ora si sta cercando di tappare la falla, Giampaolo Pozzo ha richiamato all'ordine il figlio, che ora si fa vedere ad Udine più spesso, ed è stato chiamato come traghettatore De Canio, che conosce bene l'ambiente ed ha già lottato più volte per la salvezza. Però qualcuno le scelte scellerate le ha fatte e tra tre mesi gli verrà servito il conto.
A livello di rosa si cercherà un'altra sistemazione per tantissimi giocatori molto deludenti e quasi irritanti per la costante mancanza di rendimento: Edenilson, Guilherme, Bruno Fernandes, Widmer e Piris sono giocatori che quest'anno non hanno praticamente mai giocato bene e probabilmente si aggiungeranno ai molto richiesti Karnezis, Heurtaux e Badu tra i partenti. Di Natale dovrebbe essere all'ultimo anno da calciatore. Si valuterà la posizione di Duvàn Zapata, molto forte tecnicamente, ma fragile psicologicamente (infatti con la squadra in difficoltà ha smesso di segnare) e anche di Perica, il cui riscatto è a cifre abbastanza consistenti (4 milioni, fonte: transfermarkt.it). Inoltre Danilo e Thereau hanno spesso mostrato un certo nervosismo e non è detto che non vengano mandati altrove. Fondamentalmente, su una rosa di 28 giocatori, solo 5-6 sono sicuri di poter far parte dell'Udinese 2016-2017. Tutti gli altri sono in discussione e molto probabilmente cambieranno casacca, per creare una rosa più omogenea e con giocatori più attaccati alla causa bianconera. Perchè bisogna ricreare anche uno zoccolo duro, tralasciando il caso Di Natale, difficilmente infatti Domizzi e Pasquale resteranno, soprattutto dopo il trattamento ricevuto quest'anno dalla gestione Colantuono. Lodi e Felipe gli uomini su cui puntare.
Oltre alla rosa sarà anche rivoluzionato lo staff tecnico: tantissime le critiche alla preparazione, già messa in discussione l'anno scorso. Sembra infatti che la squadra non riesca mai a reggere più di 45' ad alta intensità, con numerosi cali di concentrazione sparsi. Giampaolo Pozzo ha lanciato attacchi molto diretti al lavoro che ha fatto Colantuono in questo senso, accusato di aver stravolto il lavoro settimanale che faceva la squadra, causando un periodo di assestamento eccessivamente lungo. I risultati poi si vedono sul campo: peggiore attacco e sesta peggior difesa, con giocatori che non riescono mai ad arrivare per primi sul pallone. Questo si è visto soprattutto contro squadre sulla carta più deboli: due sconfitte col Palermo (0-1 e 4-1), sconfitta con il Carpi (2-1) e anche col Frosinone (2-0). La squadra sarà anche da metà classifica come dicono Giaretta e Carnevale, ma Pozzo senior ha parlato chiaro: "Così si va in B". A fine anno, a meno che De Canio non stupisca facendo ritrovare subito alla squadra un gioco brillante e una grande intensità di gioco, si cercherà un allenatore con esperienza anche a livelli medio-alti. Ballardini e Pioli i nomi su cui si cercherà di lavorare, più Reja, nel caso in cui l'Atalanta dovesse decidere di cambiare. Inoltre si valuterà il lavoro dei membri "fissi" dello staff, come Brunner, Artico, etc...
Il lavoro più spinoso però sarà ai piani alti, lo scouting dell'Udinese infatti aveva fama di essere uno dei migliori d'Italia, ma sono tre anni che si fa un'enorme fatica a trovare giovani bravi e soprattutto con la testa. Qui entrano in ballo due uomini di fiducia di Gino Pozzo, ovvero il D.S. Cristiano Giaretta e il capo degli osservatori Andrea Carnevale. Giaretta in tre anni non ha mai ottenuto nulla di buono, anzi, sono stati anni molto difficili. Affidarsi ad un D.S. quasi senza esperienza è stata una mossa molto strana e praticamente tutti i tifosi lo considerano un semplice "yes-man". Però, se il capo in sede non c'è mai, serve un uomo con gli attributi e con esperienza per gestire le cose, non un burattino. Ecco quindi che il sogno è il ritorno di Pierpaolo Marino, autore di annate magiche ad Udine, tra le quali la prima in Champions. Bisognerà vedere se Pozzo junior sarà disposto a rinunciare ad un po' di potere, per il bene delle zebrette. Considerando quanto il padre si sia inferocito per la situazione, è probabile che ci sarà un nuovo D.S. l'anno prossimo. Anche a livello di osservatori ci saranno cambiamenti, i nomi di chi segnala i giocatori ovviamente è segreto per motivi di mercato, ma il capo, Andrea Carnevale, dopo molti anni, è in discussione e potrebbe essere riformato anche questo ramo dirigenziale.
Il lavoro quindi è tantissimo, a fine anno servirà tanto sudore e tanta umiltà, per far sì che questi tre anni non siano comunque totalmente da buttare e per gettare le basi per un ritorno dell'Udinese ad alti livelli nel nuovo, bellissimo, stadio.