Un ritorno. Così ha deciso la società per cercare di evitare lo spettro della B, sempre più presente da queste parti, nonostante i quattro punti di vantaggio sul Frosinone terzultimo. Questo perchè la squadra è senza gioco e voglia, cosa pericolosissima, soprattutto se la quota salvezza ancora non è stata raggiunta. De Canio ha tutto sommato lasciato ricordi discreti ad Udine: un ottavo ed un  dodicesimo posto (l'anno in cui venne esonerato) in campionato, ottavi di Coppa Uefa, ottavi e semifinali per quel che riguarda la Coppa Italia ed infine ha portato a casa la Coppa Intertoto (ultimo trofeo vinto dalla squadra friulana). Tutto sommato non male, per una squadra che pensa prima di tutto a salvarsi. La sua carriera però non è stata proprio brillantissima, ma promozioni e salvezze alla guida di squadre allo sbando spesso è riuscito ad ottenerle, probabilmente per quello in nottata la società ha deciso di affidarsi a lui e non ad uno tra Calori e Bertotto come sembrava. Questi infatti sarebbero stati un'incognita, poichè senza esperienza in Serie A e, nel caso di Calori, ancora con qualche esonero di troppo.

Cosa raccoglie De Canio, al ritorno su una  panchina dopo due anni? Raccoglie le macerie della squadra, create non solo da Colantuono (tanti auguri per il proseguio della sua carriera, semplicemente da noi non è andata), che ha sicuramente tante colpe, ma che ha molti complici nel delitto Udinese. Gino Pozzo e Giaretta infatti hanno fatto un pessimo lavoro quando si è deciso come assemblare la squadra. Tanto che il mister romano, da sempre affezionato al 4-4-2, non lo ha potuto attuare, ma ha invece deciso di proseguire con il fallimentare 3-5-2, probabilmente per mancanza di idee. I giocatori non hanno un canovaccio di tattica e sono soprattutto privi di voglia. Il mister di Matera quindi dovrà subito mettersi al lavoro per sistemare l'aspetto psicologico dei ragazzi e, considerando quanto sono scesi in basso, avrà molto da fare. Però ha sempre lavorato, in A, con squadre di bassa classifica, quindi dovrebbe avere già esperienza in questo senso. Inoltre ha anche dalla sua un'esperienza all' stero, nel QPR, che non fa mai male.

Per i discorsi tattici invece si attenderà giugno, quando sapremo se sarà di nuovo Serie A o se si scenderà di categoria. Sono previste in ogni caso pesanti rivoluzioni, sia in rosa, che nello staff tecnico che in dirigenza. De Canio dovrebbe essere un semplice traghettatore, per questo ha firmato un contratto fino a fine anno. Il tecnico di Matera ha già lavorato con la difesa a 3 e non ha un modulo preferito, ma spesso si è affidato al 4-3-3, quindi non dovrebbero esserci particolari rivoluzioni. Però bisognerà vedere come deciderà di utilizzare certi elementi: Guilherme, Piris, Edenilson e Bruno Fernandes sono giocatori che stanno rendendo molto poco, ma a cui Colantuono ha dato spesso fiducia, con la speranza che esplodessero. Inoltre fondamentale sarà l'approccio con Domizzi, Pasquale e Di Natale, i tre senatori bistrattati dal mister romano e che spesso hanno dimostrato di poter caricare i propri compagni anche se non sono schierati titolari. Inoltre Totò è ancora uno dei pochi che quando scende in campo ci mette tutto quello che ha.

La classifica parla chiaro, serve ancora fare un punto a partita per salvarsi, cosa però che non sembra così scontata. Riuscirà De Canio nel compito che gli è stato affidato per questi tre mesi? Ai posteri l'ardua sentenza.