L'Udinese quest'anno è come una tartaruga. Va pianissimo, ogni tanto torna indietro senza un apparente motivo e, esattamente come il rettile, quando c'è un pericolo si ritira nel proprio guscio. Cosa succeda poi nel carapace nessuno lo sa. Ci narrano di grandi discorsi motivazionali e di grande carica, che sino ad ora però non si sono visti. Giaretta ha detto in merito al ritiro: “Decisione condivisa anche con loro (i giocatori), sappiamo che questo è un momento delicato. Il ritiro qui a Udine non è una novità, nei momenti più difficili andiamo in ritiro per compattare e sensibilizzare il gruppo, perché il prossimo appuntamento è molto delicato e per questo abbiamo optato per il ritiro". Sarà la ventesima volta che si sentono queste parole dai dirigenti, ma, per ora, nessun riscontro. Dopo la mega sfuriata (la seconda in tre settimane) di Giampaolo Pozzo domenica scorsa, Gino Pozzo ha indetto un summit a Londra per discutere il da farsi. Colantuono, che ormai non ha palesemente più alcuna autorià sui giocatori, è confermato almeno fino al match con la Roma. Nel caso arrivi la probabile sconfitta, allora uno tra Calori e Bertotto è pronto a subentrare, per poi decidere l'allenatore per la prossima stagione. In caso di salvezza, si farà di tutto per convincere Pioli (che sembra ormai in rotta con la Lazio), in caso di Serie B non è detto che non venga riconfermato il traghettatore.

Per conservare la panchina quindi, il mister romano effettuerà altri cambiamenti: accantonato il 3-5-2 per mancanza di interpreti corretti, messo da parte il 4-3-3 perchè troppo offensivo per una squadra che non ha equilibri, dovrebbe essere la volta del 4-4-2 o 4-5-1. Si dice infatti che il 4-4-2 sia la disposizione da mettere in pratica quando una squadra deve ritrovare un'identità, in quanto facile da assimilare. Inoltre a Bergamo Colantuono ha usato questo schema per diversi anni, nessuno ha capito perchè non lo abbia utilizzato anche qui ad Udine. Perciò, tra gli allenamenti "nascosti" in quel del Bruseschi e i giorni di ritiro a Gradisca, si stanno provando i nuovi interpreti per il cambio di modulo, oltre che tentare di trovare uno spirito di squadra. Anche se ormai sembra chiaro che i giocatori tra di loro non si trovino. Infatti si prevedono grossi cambiamenti in rosa a fine anno, dato che per molti quest'anno era l'ultima chance per dimostrare che le annate precedenti erano state solo un caso.

Felipe e Guilherme si aggiungono a Molla Wague e Merkel nella lista degli infortunati. Il centrocampista, dopo la prestazione gravemente insufficiente di Frosinone, ha accusato un problema muscolare e ne avrà per un paio di settimane. Il difensore invece dovrebbe avere tempi di recupero più rapidi. Si prospetta quindi una difesa con un Widmer (uno di quelli che psicologicamente sembra soffrire di più la situazione in campo) recuperato dal magazzino e rispolverato nel ruolo di terzino destro, con un centrocampo molto fisico composto da Edenilson, un'altra delle delusioni a cui verrà concessa un'altra chance, Badu, Hallfredsson e Armero, con Bruno Fernandes a far compagnia ad uno tra Di Natale e Duvàn Zapata (che, insieme a Thereau, è l'attaccante che più si è involuto nel corso dei mesi).

Insomma, ritiro o non ritiro, questa non sembra poter essere la partita della svolta per l'Udinese e probabilmente sarà l'ultima per Colantuono, che non sembra mai averci capito molto nè a livello tattico nè psicologico, il che è un peccato, perchè nelle annate di Bergamo ha dimostrato di saperci fare. Però non sarà l'ultima volta che i giocatori riusciranno a far saltare un mister, per quanto sia bravo. Almeno che questi non decidano che questo ritiro è diverso dagli altri e che non sfoderino la prestazione dell'anno domenica con la Roma, squadra che invece sì che si è ritrovata, ma grazie ad un nuovo allenatore.