A testa bassa, col capo chino, per la prima volta in stagione. L'immagine, forse ultima del Verona in Serie A, è la peggiore possibile, per tanti motivi. La squadra di Gigi Delneri, brillante e orgogliosa fino a qualche domenica fa, si è spenta prima al Friuli domenica scorsa contro l'Udinese e, definitivamente, ieri contro la Sampdoria. L'aspetto che aveva caratterizzato la compagine scaligera fino alle ultime due gare era la voglia di non mollare mai, davanti anche ad un risultato negativo ed all'esito di un campionato che sembrava oramai già ampiamente scritto e scontato. La vittoria del derby, ottenuta con rabbia e grinta, ha lasciato posto allo scoramento post Udine, che ha tagliato le gambe a Toni e compagni dopo l'inizio veemente della Sampdoria. Un quarto d'ora per archiviare la pratica, in negativo, scandendo nei restanti 75 e pesantissimi minuti il lento ed incessante passo verso la retrocessione.
"La prima mezz'ora ci ha tagliato le gambe. Non era il Verona a cui eravamo abituati. La Sampdoria ha meritato, noi non abbiamo sfruttato niente di quello che potevamo sfruttare. E' dura, chiaro, però i ragazzi stanno dando tutto, la rincorsa continua ti fa pagare dazio sul lungo termine. Ho visto una squadra giù, oggi abbiamo fatto una partita difficile da commentare". Questo il commento, a dir poco laconico, dell'ex tecnico di Chievo e Roma tra le altre, che non è riuscito a spiegare a fondo l'atteggiamento della sua squadra, ferita nell'animo ed oltremodo annebbiata in campo. Frustrazione e rabbia hanno prevalso sulla lucidità e sulla furia agonistica che gli scaligeri avevano messo in mostra nelle vittorie contro Atalanta e Chievo, oltre che nei pareggi contro Roma ed Inter.
Sottolinea proprio questo aspetto il direttore sportivo dei veronesi Riccardo Bigon, che ha così parlato al termine della gara: "È chiaro che siamo molto amareggiati e dispiaciuti per la piega che ha preso la partita dopo pochi minuti. Lo spirito combattivo che doveva esserci in campo non c'è stato, dopo il 3-0 siamo usciti dalla sfida e questo è un grande rammarico. Dobbiamo onorare la maglia e andare avanti a testa alta, dobbiamo tornare ad essere quelli di 10 giorni fa. E' stata una stagione difficile, sempre a rincorrere, ma la partita di oggi non ha giustificazioni. Questa è la prima partita in un anno negativo in cui non usciamo a testa alta. Abbiamo sempre messo grinta e voglia, e abbiamo il dovere di ritrovarle già dalla prossima partita".
Da salvare, come al solito, soltanto l'incessante supporto dei tifosi, che durante tutta la stagione non hanno mai smesso di incoraggiare i propri beniamini. Proprio verso i tifosi, infine, deve essere rivolto l'ultimo sforzo di una stagione nefasta.