Oramai siamo alla routine. Partite della Juventus con una a fianco: nove in fila, 13 delle ultime 14. Quando i numeri valgono forse più di mille parole. I bianconeri sono tornati, frase sentita tante, tantissime volte negli ultimi tre mesi, ma forse mai veritiera come oggi, all'indomani di un rotondo 3-0 sull'Inter, quell'Inter che nei quarti aveva espugnato il San Paolo (l'ultima a riuscirci fu la Lazio il 31 maggio), sovrastata stavolta da una Juve straripante. O quasi.

La partita non è ovviamente banale, è il derby d'Italia, e in qualunque competizione si giochi (posto che entrambe le squadre vogliono vincere la Coppa Italia) la tensione si fa sentire, condizionando chi va in campo, nel bene o nel male. Chi ne è vittima è la difesa nerazzurra, chi ne gode è Alvaro Morata. Ovviamente l'uomo copertina è lui, non potrebbe essere altrimenti. 115 giorni di digiuno, una doppietta e un altro paio di occasioni sbagliate. 

Allegri l'ha aspettato, gli ha dato fiducia nonostante il momento difficile, ha insistito su di lui continuando a schierarlo come prima alternativa alla coppa titolare Dybala-Mandzukic. Non poteva essere ripagato in maniera migliore, probabilmente. Subito lo spagnolo crea un'occasione per Asamoah, poi è perfetto dal dischetto e per cinicità nell'azione del 2-0. Un attaccante ritrovato, come se quelli che già giocano (e segnano) non bastassero... Anche perchè il solito Dybala ci mette meno di 10 minuti a insaccare la quindicesima gemma della sua stagione (con la collaborazione di Handanovic).

A tratti, la serata dei riscatti nella notte allo JStadium. Max Allegri sceglie Cuadrado a destra, e ci prende in pieno: rigore procurato con il suo taglio, zampino nel gol del 2-0 con l'azione condotta perfettamente. Inoltre, break decisivo al 70' che costa il rosso a Murillo (per doppio giallo). A dirla tutta, il colombiano si era procurato anche un altro rigore per fallo di mano di Medel, non visto da Tagliavento.

La prova di squadra è di altissimo livello, Asamoah si conferma un giocatore ritrovato. Lui, Alex Sandro ed Evra illuminano sulla corsia mancina, D'Ambrosio e Biabiany faticano a difendere, ancora di più ad attaccare, il solito Marchisio dirige, la solita difesa regge. E Neto finalmente viene chiamato in causa, riuscendo a dire la sua. Quel che vale più di tutto però è l'unità di intenti di questa Juve. Morata segna, viene festeggiato da tutti i compagni, Dybala per primo, suo amico e suo tifoso. Buffon e Barzagli, i veterani per eccellenza in quanto a carta d'identità, applaudono fieramente in panchina.

Tutto rose e fiori? Quasi. La prima mezz'ora vede un'Inter piuttosto propositiva e una Juve che non riesce a dominare la partita come vorrebbe. E dopo il gol del 2-0 arrivano un altro paio di rischi. Calcolati, forse, essendo l'avversaria di una certa caratura, ma forse non sono piaciuti ad Allegri alcuni modi di gestire partita, palla e risultato. Ovviamente nulla di tutto questo va a intaccare la prestazione che resta positiva, anche perchè è di fatto valsa la qualificazione. Al ritorno a Milano i nerazzurri saranno anche privi di Murillo e Miranda, disastrosi ieri sera, ma certamente la miglior coppia possibile.

La sensazione è che con la vittoria di ieri sera i bianconeri abbiano sì ipotecato la qualificazione (e potersi permettere una semplice scampagnata a San Siro al ritorno è più che positivo, visto il tour de force nei prossimi due mesi), ma siano anche riusciti a lanciare un messaggio chiaro, chiarissimo a tutta Europa. L'ennesimo: la Juve è tornata. Stavolta per davvero. Perchè l'Inter è tra le prime quattro forze del campionato, perchè nel giro di sette giorni la squadra di Allegri ha ottenuto tre vittorie completamente diverse tra loro ma tutte ugualmente importanti: di nervi e forza mentale con la Lazio, di calma e cinicità con la Roma, di superiorità manifesta contro l'Inter.

Forse è questo il momento più importante della stagione, il treno porta sicuramente nella giusta direzione, ma ora tocca rimanere in carrozza e non scendere alla prima fermata. Napoli e Bayern Monaco osservano. Partono entrambe avvantaggiate contro i bianconeri: i partenopei sono avanti di due punti nella corsa scudetto, i bavaresi conoscono la propria forza e superiorità a quasi tutte le squadre d'Europa. Eppure questa Juventus ha un qualcosa dentro, che sta uscendo sempre di più, che la mette davvero in condizione di sognare.