Il passo più difficile da compiere è sempre il prossimo, specialmente quando alle spalle ci si lascia solo scalpi. Certamente però la decima vittoria consecutiva della Juventus è l'eccezione che conferma la regola. La trasferta di Udine aveva svariati motivi per essere temuta, lo stesso Massimiliano Allegri aveva messo in guardia i suoi in conferenza stampa. Eppure, dopo aver visto la partita, durata di fatto solo 25 minuti, probabilmente tutti si sono ricreduti. Udinese asfaltata, Juve seconda in classifica, lasciandosi l'Inter alle spalle e continuando a inseguire il Napoli capolista.

Non si fidava dell'Udinese, ma conosceva la forza della sua squadra, il tecnico bianconero. Tanto da spingersi fino alla concessione di un turno di riposo a Pogba. Al suo posto un Kwadwo Asamoah che ha giocato una gran partita, confermandosi una garanzia: i problemi fisici sembrano essere quasi definitivamente alle spalle, il ghanese potrebbe essere il vero acquisto di gennaio della Juventus per il centrocampo. Che Allegri possa pensare a un Pogba da trequartista? Senza dubbio, in mediana, con l'uomo d'ordine Marchisio e un Khedira forse nella sua miglior condizione fisica, la qualità non mancherebbe, nonostante l'eventuale avanzamento del francese.

Quello che ha colpito particolarmente è stata l'affinità con cui sulla sinistra si sono trovati Asamoah e Alex Sandro, che si è tolto anche la soddisfazione di mettere il suo nome sul tabellino con un giro di destro, in teoria il piede debole. I due hanno spesso duettato, si sono sovrapposti e proposti, creando diversi grattacapi. La corsia di destra ormai non rappresenta più una sorpresa, visto che Lichtsteiner e Khedira già da tempo si conoscono calcisticamente parlando, così come il duo Mandzukic-Dybala, confermatasi ancora una volta la miglior coppia possibile in avanti.

Parlare della partita in sé sembra realmente superfluo. 15 minuti di buona Udinese, capace di pressare sui portatori di palla e costringere la Juve a qualche errore di troppo. Quando però il fraseggio è stato di qualità e i lanci sono stati precisi, i bianconeri (in rosa per l'occasione) hanno creato, riuscendo a ripartire e cogliendo i padroni di casa impreparati: da questo tipo di situazione è nato lo 0-1, con la collaborazione di Karnezis. Il portiere greco, memore della traiettoria di Dybala col Verona, si è mosso in anticipo verso il palo coperto dalla barriera, convinto che la palla fosse indirizzata lì. La Joya riesce a beffarlo.

Avanti di una rete tutto si è fatto più semplice, forte del vantaggio la Juve ha subito raddoppiato grazie a un'altra imprecisione difensiva, ma anche in quella situazione va lodato Paulo Dybala, che di testa ha rimesso la palla in rete, "revitalizzando" un'azione che sembrava destinata a concludersi. Khedira è ancora l'uomo giusto al momento giusto, e la difesa a zona sui calci piazzati si dimostra deleteria, non per la prima volta.

Sul terzo gol l'errore dell'Udinese è triplice, ma i meriti della Juve sono altrettanti: Danilo non tiene il fuorigioco, poi stende Mandzukic in area, mentre Karnezis si mostra un po' incerto, ancora una volta. Il croato, dal canto suo, corre e di fatto aspetta intelligentemente che il brasiliano gli frani addosso, ma gran parte del merito va a Lichtsteiner che lo lancia con un passaggio da mediano dai piedi buoni. Il resto è nulla, specialmente nella ripresa: gestione del punteggio e delle energie, con la testa alla Lazio per il quarto di Coppa Italia (mercoledì sera all'Olimpico). Eccezion fatta per il gol di Alex Sandro.

Postilla finale, necessaria. Note negative nella partita non ce ne sono, almeno dalla sponda bianconera di Torino. Diverso il discorso fuori dal campo: si è cominciato, purtroppo, a parlare di campionati falsati, squadre che 'si scansano', e chi più ne ha più ne metta. Alla 20esima giornata, con almeno cinque squadre in corsa per il titolo e un girone di ritorno tutto da vivere, sentire già questo tipo di discorsi fa male al calcio. In assoluto. La Juventus è nel suo miglior periodo di forma, il Napoli offre meraviglie in campo. Inter, Roma e Fiorentina sono assolutamente candidate ancora credibili. L'equilibrio potrebbe ripristinarsi. Smettiamola di pensare a complotti e affini, mettiamoci comodi e godiamoci la stagione. Lo merita.