Il 2015 si era chiuso con una certezza, una delle tante trovate negli ultimi due mesi dell'anno da Massimiliano Allegri riguardo la sua Juventus, una squadra divenuta finalmente tale dopo l'inizio difficile: in attacco la miglior coppia possibile è Dybala-Mandzukic. Lo dice la logica, lo dicono le caratteristiche, lo dicono soprattutto i numeri: 11 dei 21 gol realizzati da novembre in poi portano la firma di uno dei due, o dell'ex Palermo o dell'ex Atletico. Senza contare anche quanto altro di buono garantiscono: il pressing del croato e la capacità di impostare l'azione dell'argentino, col compagno a puntare la porta, sono solo alcuni degli aspetti evidenziati in quest'annata.

Purtroppo per Allegri, l'inizio del 2016 gli ha tolto Mandzukic dalla disponibilità, essendo l'attaccante alle prese con alcune noie muscolari piuttosto normali per un giocatore di quella stazza, specialmente dopo la pausa natalizia e il ritiro susseguente: facile ricordare che anche a inizio stagione il croato si infortunò, per la precisione nella trasferta di Marassi contro il Genoa. Una volta smaltito quel problema, Mandzukic decollò definitivamente. Per Udine il giocatore dovrebbe recuperare e dovrebbe infatti essere nella lista dei convocati, ma Allegri si tiene questo dubbio per il momento, in attesa di avere notizie più certe. Sicuramente non verrà riischiato nulla: dovesse essere al 100%, Mario Mandzukic giocherà.

Il calcio dà, il calcio toglie, così come la musica, così come la vita. Per un Mandzukic in crescita, c'è un Morata in calo, ormai da inizio stagione. Dopo un settembre ad ottimi livelli, sono cominciati i disastri, è cominciato quel filotto di partite senza reti quasi surreale per uno come lui, spessissimo a segno l'anno scorso e simbolo della Juve di Champions. La cura? Difficile, se non impossibile trovarla. Probabilmente serve solo sbloccarsi, serve solo veder una propria conclusione finire in fondo al sacco. Riuscire a ritrovare la via della rete.

Una via che qualcun altro non ha mai perso nonostante i pochissimi minuti giocati: Simone Zaza viaggia all'assurda media di un gol ogni 65 minuti circa, con 6 marcature totali nella stagione, praticamente sempre da subentrato, tranne che nel derby di Coppa Italia col Torino (doppietta). Basso minutaggio, pochissime volte titolare. A primo achito potrebbe sembrare una quarta scelta, invece Allegri fa un discorso diverso: nel calcio di oggi gli allenatori vogliono avere sempre un paio di giocatori in panchina capaci di cambiare ritmo alla partita, di essere le armi in più entrando in campo a gara in corso. Per Allegri Zaza è il dodicesimo uomo, il "primo cambio" in un certo senso. Per questo risulta per ora difficile pensare che parta titolare a Udine.

Eppure la situazione non è esattamente rose e fiori, perchè anche Morata non è al meglio e potrebbe non riuscire a recuperare del tutto per la trasferta al Friuli. Con lo spagnolo e il croato a rappresentare due incognite, aumentano le chances dell'ex Sassuolo, anche se per ora, tenendo conto di tutti i fattori, probabilmente siamo a una situazione di 33,3% ciascuno. E non sarà uno 0,1% a fare la differenza. Allegri monitora, tiene d'occhio, e riparte dalla certezza Dybala in avanti, in attesa di poter avere la definitiva risposta sul compagno di reparto che lo affiancherà al Friuli.