Alla Juve gira tutto alla perfezione: finalmente la squadra ha una quadratura definita, con il ritorno al 3-5-2 di contiana memoria. Nella rapida risalita dell'undici di Allegri, un unico neo, Alvaro Morata, da ragazzo prodigio a ingombrante equivoco nel giro di pochi mesi.
L'immagine migliore della prima parte di 2015 di Morata è proprio questa, l'esultanza al gol col Siviglia: lo spagnolo entra nella storia della Champions League - un gol in 5 partite consecutive - è titolare indiscutibile e la Juve chiede a lui uno strappo per iniziare la scalata. Poi un altro botto, al Bologna, il gol del pari momentaneo, 3-1 il finale: primo gol in campionato. Dopo...
Le settimane seguenti non sorridono però a Morata. Quasi 100 giorni da quel colpo di testa ai rossoblù. Alvarito gioca prima in una posizione non ottimale date le doti del ragazzo, quella di ala sinistra, poi subisce l'esplosione di Mandzukic-Dybala con conseguente ritorno al 3-5-2, infine perde fiducia, collezionando fra tutte le competizioni 23 presenze, con 3 gol. Inutile negarlo: è crisi. Ma di chi è la colpa?
Non siamo affrettati. I tre aspetti da analizzare sono sempre quelli: tattico, tecnico e mentale, consequenziali uno all’altro. Analizziamoli e cerchiamo nel nostro piccolo una soluzione.
TATTICO – Perché Allegri, sì, non è proprio esente da colpe. Quello strano tentativo di 4-3-3 è il primo motivo della crisi di Morata. La grande prestazione all’Etihad col City, con tanto di gol dello spagnolo, da nuove speranze: invece no. Il giocatore perde convinzione e voglia e inizia un tracollo lento e inesorabile. Lo scorso anno Morata e Tevez si muovevano parecchio e entrambi partivano lontano dalla porta. Quest’anno l’allenatore toscano lo dice apertamente: “Sta imparando un nuovo ruolo. Che non sia triste, i gol capitano.”, deve fare il centravanti. Meno corsa, più gol. Alla Mandzukic, insomma. Che il croato possa anche farsi concorrenza da solo e aiutare il compagno a riprendersi? Sì, perché sono amici, oltre che colleghi. Max e Mario ad aiutare lo spagnolo, allora...
TECNICO – Già, Alvaro, le colpe sono pure tue, non nascondiamoci dietro a un dito. Ognuno può cambiare il proprio destino, contro la Samp al minuto 65' Morata rovina la pennellata di Hernanes. Non è l'unica opportunità, Morata ha le sue occasioni, ma fatica a coglierle. La soluzione sta nell'allenamento e nella fortuna, che aiuta gli audaci. Ma qui dobbiamo legarci al prossimo discorso...
MENTALE – Col Torino in coppa Italia e col Verona si rivede a livello di prestazioni il vero Morata, anche se senza gol: poi il tracollo a Genova nell'ultima partita. E la Juve senza di lui si riprende. Lo spagnolo si sente poco utile. E il Real con Zidane incombe su di lui con quella clausola di recompra a Giugno. Zinedine stravede per lui e Alvaro lo sa, e adesso magari è anche distratto da questo. La soluzione è solo nella testa di Morata: fatto sta che la Juve è felice, perché con l'Udinese può godere nuovamente delle prestazioni di Mandzukic, Morata torna in seconda fila, sta a lui ribaltare le gerarchie attuali.