Nel segno del nove, o quasi. Nove vittorie in fila, nove punti recuperati all’Inter, agganciata con la complicità del Sassuolo al secondo posto, dietro solamente al Napoli. La Juventus pone un altro mattoncino, parafrasando i dettami di Buffon. Macina altri kilometri nella cronometro di Serie A, parafrasando la visione di Allegri. Migliora, ma soffre, e nemmeno poco a dirla tutta. Ma vince, ed è questo il dato più importante. Nove vittorie filate, grazie al 2-1 sul campo della Sampdoria, che permettono ai bianconeri di chiudere il girone d’andata a quota 39, sotto la media attesa.

78 punti in proiezione non sono uno score eccezionale, ma l’inizio a rilento ha penalizzato estremamente la squadra, partita ad handicap per una serie di eventi che hanno portato solo 12 punti nelle prime 10 giornate. L’exploit era più o meno atteso, si sapeva che la Juve sarebbe rientrata in corsa, visto che già era temuta, parecchio. Certo, non in questo modo con un filotto del genere, anche se la continuità di risultati è stata il vero problema dell’inizio di stagione.

Ieri sera, al Ferraris, si sono viste quasi tutte le facce di questa squadra. La prima, quella più bella e gradita ad Allegri, quella del gruppo cinico che non perde palla e che sa affondare, aggrappandosi anche alle giocate dei suoi campioni, che sono lì proprio per questo motivo. Pogba ci mette lo zampino con un gol in parte fortunato: sulla girata non è che colpisca la palla esattamente come nelle sue intenzioni, ma ha il merito di pensar la giocata e colpire, trovando il vantaggio. Così come Dybala regala magie e assist, mostrando l’ennesimo segnale di crescita e mandando un messaggio, un altro, a tutto il mondo del calcio: “sto arrivando”, sembra dire. La classe 1993 che risplende, una volta di più.

La seconda faccia è quella della Juventus che sa gestire, che governa la sfera con un Hernanes finalmente autore di una buona prova. Che giocare in trasferta, senza i fischi di quelli che sarebbero i tifosi della squadra di cui veste la maglia, gli giovi? Probabile, se i risultati sono questi. Lo stesso Profeta contiene adeguatamente Cassano, mantiene un ottimo rendimento e si fa vedere in avanti. La faccia con la difesa quasi a cinque, che blocca le iniziative avversarie e mantiene la partita in controllo, senza sbavature.

La terza faccia non piace invece ad Allegri, che in panchina si concede qualche sfuriata per mantenere alta la tensione (senza arrivare ai livelli raggiunti col Carpi, fortunatamente per la Juve). I bianconeri soffrono dopo il gol di Cassano, si aggrappano alla difesa e anche, in parte, alla fortuna, che si schiera dalla parte degli audaci, in questo caso la parte a tinte bianconere. Emerge una volta di più la caparbietà di Chiellini, capace con la sua grinta e la sua determinazione di chiusure decisive nel finale, migliorando anche in fase di impostazione: “Sono un po’ più efficace, ma resto pur sempre brutto da vedere…”, ammette lui stesso a fine gara.

Una frase che deve rispecchiare anche in un certo senso la Juve in determinate situazioni: badare poco allo stile, più al risultato. Conta vincere, ora più che mai, visto che davanti le avversarie, nonostante gli stop interni di Fiorentina e Inter, continuano a correre. Certamente al giro di boa la Juventus ci arriva nella miglior situazione possibile, sia tecnica che psicologica, alla pari di un Napoli che si conferma avversario ostico.

Domenica prossima comincia il girone di ritorno, comincia ad Udine, contro una delle pochissime squadre in grado di strappare tre punti allo Juventus Stadium nella sua quasi quinquennale storia. Senza dubbio al Friuli si presenterà una Juve diversa, più compatta, più matura e quindi anche più forte. Poi in casa contro la Roma, che sta vivendo un periodo difficilissimo con Garcia sulla graticola. In seguito ci saranno le trasferte a Verona col Chievo e a Frosinone, per arrivare il 13 febbraio allo scontro diretto in casa col Napoli. Come ci arriverà la Juve non possiamo saperlo a priori, ma di certo, se riuscisse a mantenere il rendimento costante, al traguardo il suo punteggio sarà quello a cui riservare maggiore attenzione.

Menzione a parte, e discorso a parte, per Alvaro Morata. La sua prova non è stata all’altezza, nemmeno sotto il profilo dell’abnegazione, aspetto che non era mancato nelle ultime uscite. La gara di ieri sera ha invece mostrato e messo a nudo il momento nero che lo spagnolo sta attraversando, un tunnel dal quale non riesce più a uscire. Poteva arrivare il gol con l’incornata vincente su assist di Hernanes, ma è mancato di pochissimi centimetri. Sfortuna, dalla sua parte. Allegri fa comunque bene a insistere su di lui, il talento non gli manca e ha già dimostrato il suo valore lo scorso anno. Il momento nero si può però leggere anche in una chiave positiva: chissà che il Real non abbandoni l’idea del contro-riscatto…