Anno nuovo, vecchie abitudini, o almeno così si augura Massimiliano Allegri che oggi ha preso la parola alla vigilia del primo impegno di campionato del 2016 della sua Juventus, in casa contro l'Hellas Verona, ultimo in classifica. Il tecnico conscio degli errori commessi in precedenza chiede attenzione e analizza l'avversario: "La squadra si è allenata bene, è come la prima di campionato e l’ultima prima di andare in vacanza, è difficile. Abbiamo dovere e obbligo di vincere, ci siamo avvicinati ma non possiamo sbagliare approccio e partita a livello tecnico. Il Verona concede poco, ha trovato solidità è in un buon momento. Dobbiamo essere bravi e consapevoli dell’importanza della partita. Se Toni e Pazzini giocano insieme è un discorso, se non giocano insieme è diverso. L’importante è non portarli dentro l’area, possono creare difficoltà".

La pausa poteva interrompere il ritmo-rincorsa dei bianconeri, ma secondo il tecnico era necessaria vista la stanchezza. Ora però testa nuovamente al campo: "I ragazzi son tornati bene, c’era bisogno di riposo, venivamo da un periodo importante, siamo arrivati a Carpi con bisogno di rifiatare. Abbiam fatto una bella settimana di lavoro e domani la cosa difficile è riattaccare la spina a livello mentale, ma la squadra è responsabile. Con le squadre di medio-bassa classifica abbiamo lasciato dei punti importanti".

Il monito riguardo alle piccole è il motivetto dominante della conferenza stampa di Allegri, che a Carpi ci ha rimesso anche una giacca dalla rabbia: "La partita di domani è la cosa più importante perché due mesi fa eravamo al dodicesimo posto e ci davano tutti per finiti. La seconda cosa che bisogna aver chiara son gli ultimi tre minuti di Carpi, rischiamo di mettere a repentaglio le vittorie. L’occasione finale? L’ho rivista coi ragazzi e avevo paura perché pensavo facesse gol… Spero ci serva di lezione".

"Ottimismo ci deve essere da parte nostra nel lavoro e nel cercare di raggiungere, i ragazzi hanno raddrizzato una situazione difficile, ma il campionato finisce il 16 maggio. Da domani in poi inizia la parte dove alla fine chi sbaglia meno è più facile che vinca. Siamo in ritardo di tre punti, vedremo come saremo tra due giornate, però dobbiamo essere consapevoli che da qui alla fine bisogna sbagliare il meno possibile", continua riguardo la lotta scudetto, altro argomento poi ripreso.

Capitolo formazione, abbastanza scritta con ancora tre dubbi nella testa del tecnico: "Dubbio tra Rugani e Caceres e tra Morata e Zaza. Sulle fasce Lichtsteiner e uno tra Alex Sandro ed Evra. Cuadrado può essere un cambio importante. Giocheremo dopo tre giorni a Genova, sarà un’altra partita difficile. Nelle ultime partite ci sono stati molti cambi, da tre a cinque, e cambiarne cinque ogni partita non è semplice e consente di tenere alta intensità. Dovrò cercare di gestire al meglio cambi e formazione. Barzagli è più indietro, Mandzukic vedremo se sarà disponibile per domenica, in questo momento prendersi dei rischi sarebbe da folli".

Nella seconda parte di stagione servirà anche il contributo di chi ha giocato meno per diverse ragioni, dagli infortuni agli altri vari motivi: "Pereyra è un giocatore importante per noi, spero Morata faccia meglio degli ultimi 6 mesi, lo stesso Caceres e gli altri giocatori che han giocato poco. L’importante è mantenere alta tensione, concentrazione e intensità di allenamento. Hernanes ha recuperato e sta decisamente meglio, mi è dispiaciuto perché quando è entrato con il Torino c’è stato qualche fischio di troppo. A Manchester ha fatto una grande partita, in casa col Torino in campionato ha fatto una buona partita, sarà utile nella seconda parte di stagione".

Non poteva mancare ovviamente una battuta riguardo al mercato, al futuro più prossimo degli elementi, uno in particolare è sulla bocca di tutti: "Zaza sta facendo bene e non capisco perché debba andare via, è un giocatore che ha qualità ed è migliorato molto, è un giocatore importante per noi. Come dico sempre, nelle grandi squadre ci vogliono reparti equilibrati e importanti". Allegri comunque si cuce la bocca, anche se i piani sembrano chiari: "Con la società abbiamo già parlato, abbiam fatto strategie e valutazioni. Non chiedetemi i nomi perché non ve li do. Posso solo dire che in una rosa competitiva possono essere inseriti giocatori che possono solo migliorarla".

In chiusura, spazio anche al discorso scudetto, affrontato nuovamente, ma senza fare conti particolari, solamente ipotetici: "Mancano ancora 21 partite e ci son 63 punti a disposizione, sono tanti e abbiam fatto un grande sforzo, la cosa più difficile è continuare. L’obiettivo è arrivare in fondo più in condizione degli altri, abbiam lavorato per mettere benzina nelle gambe, ne avevamo bisogno. L’importante è portare a casa la vittoria e ricominciare bene. Non ho fatto tabelle per recuperare punti, cammini agevoli non ce ne sono. Abbiamo già dato e pagato perdendo punti che non andavano persi. Dobbiamo spingere sull’acceleratore per rimanere attaccati al treno di testa".

Ritorna anche quel vecchio paragone col ciclismo, innescato da una domanda riguardante un ipotetico gruppo di testa con un avversario particolare da tenere d'occhio: "Noi non siamo un gruppo, stiamo facendo una cronometro, dobbiamo fare un tot di punti. Non bisogna guardare il gruppo dove siamo ora, bisogna pensare solo a noi stessi. È normale che se si va più forte degli altri li si supera sempre. Questo non si può fare in una partita, il campionato si deciderà nelle ultime 6 partite. Dipende a quanto gira quella che è in testa, quest’anno la quota è intorno agli 82 punti".