In occasione della 500esima partita del Chievo in Serie A il presidente del Luca Campedelli è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport.
IL SUO PASSATO
Il patron ha iniziato con una rievocazione del suo passato, raccontando qualche aneddoto divertente: A calcio sono sempre stato scarso, da ragazzino mi hanno fatto fare tutti i ruoli della panchina. Esordio in A? Ricordo il caldo infernale a Firenze e l’arbitro che mi diceva di smetterla di fumare. Avrò acceso migliaia di sigarette. A un certo punto, finito il pacchetto, un mio amico me ne diede un altro e l’arbitro se la prese anche con lui. Emozione no, non mi rendevo conto di dove ero finito. La Serie A mi sembrava ancora troppo distante da ciò che eravamo noi.
DELNERI
C'è stato poi spazio per l'allenatore migliore di "passaggio" al Chievo, che ora ha tradito la piazza accettando la panchina dell'Hellas: Delneri? Il Verona ha fatto la scelta migliore, Gigi sa di calcio. E’ giusto che ognuno decida ciò che ritiene più opportuno, io magari farei in modo diverso. L’ultima volta ci siamo sentiti un mese e mezzo fa, ma non doveva mica chiedermi il permesso.
LA TOP 11 DI SEMPRE DEL CHIEVO
Campedelli, alla richiesta di tracciare la formazione composta dai migliori 11 giocatori, ha così risposto: Undici ideale? A parte Pellissier, che è nella storia del Chievo, escluderei i giocatori di oggi: Sorrentino, Moro, D’Anna, Yepes, Mantovani, Eriberto/Luciano, Perrotta, Corini, Franceschini, Amauri e Pellissier. E ha inoltre menzionato altri giocatori mettendoli in una "panchina ideale": Lupatelli, Marchegiani, Baronio, Barone, Barzagli, Tiribocchi, Corradi e Marazzina.
I RETROSCENA
Il numero 1 clivense ha rivelato di aver pensato di abbandonare il suo ruolo, considerandolo un lavoro impegnativo e stressante: Undici anni fa ho pensato di cedere. La stanchezza, il fatto di non essere abituato a certi stress. Se arrivasse qualcuno che possa fare meglio per il Chievo ci penserei. Vorrei che un giorno potesse camminare con le sue gambe. Fusione con l'Hellas? Ci ho pensato ed era giusto farlo, ma non era una necessità.
Ma il retroscena ben più clamoroso riguarda l'ivoriano Didier Drogba: Rimpianti? Nel 2002 potevamo prendere Drogba con 3 miliardi di lire (1,5 mln di Euro, ndr), poi la Lazio si tirò indietro per Eriberto e Manfredini e saltò tutto. Adesso farei follie per Pogba e Dybala, unici fuoriclasse in A".