In Italia nessuno ha mai voluto puntare e investire davvero su di lui quando c'era l'opportunita, Marco Verratti, allora, ha deciso di andare a Parigi per far vedere a tutti il suo talento. E a breve non ha nessuna intenzione di tornare in Italia, tanto è vero che il Psg è pronto a rinnovargli il contratto.
Il centrocampista classe '92 ha parlato alla Gazzetta dello Sport in una lunga intervista ricca di spunti interessanti. A partire dal suo rapporto con Ibrahimovic, non proprio uno qualunque: "Lui scherza sempre, ma per l’infanzia difficile che ha avuto è molto più sensibile di quello che possiate immaginare. Insieme sembriamo 'La strana coppia', ma ci divertiamo tanto, anche se siamo diversi. Suarez e Higuain? E' al loro livello. Anzi, Zlatan è uno che sa fare reparto da solo." Se lo ricordano bene al Milan e Verratti conferma che lo svedese ha sempre un pensiero speciale per i rossoneri: "Milan? Ce l’ha nel cuore, quando ne parla ancora si emoziona. Se fosse tornato in rossonero, avrebbe aumentato le potenzialità del 40-50% e sarebbero in lotta per lo scudetto. Il rammarico di non aver giocato in Serie A resta, ma in futuro non si può mai sapere. Certo che i giovani in Italia non sono valorizzati. Basta che sbaglino due partite e sono fuori"
Anche Verratti non perde però d'occhio il campionato di casa nostra e le sue dinamiche: "Per come gioca direi la Fiorentina per il suo possesso palla. Insieme al Napoli è quella che gioca meglio. I viola sono la rivelazione. Vedo una lotta tra Juve e Napoli, mentre il capocannoniere sarà Higuain. Forse è lui il giocatore più forte del campionato. Miglior allenatore? Per quello che ha fatto nel 2015, direi Allegri. Sui giovani in assoluto mi piace Rabiot: mai visto un classe 1995 bravo come lui. Difficile che il Psg lo lasci andare. In Italia sono bravi Romagnoli e Bernardeschi, ma do l’Oscar a Insigne, anche se non è più così giovane. Non so che cosa sia successo in Nazionale con Conte, ma con la sua fantasia penso che all’Europeo potrebbe essere la rivelazione dell’Italia."
Ampio spazio dedicato agli allenatori con cui Verratti ha avuto la possibilità di lavorare: "In Nazionale, in caso di addio di Conte, mi piacerebbe Ancelotti. Gli ho parlato, ma mi ha detto che per lui è ancora troppo presto per la Nazionale. Gli ho fatto gli in bocca al lupo per l’avventura al Bayern. Per me è come un secondo padre. Sa cosa mi disse quando mi fece esordire nel Psg? Eravamo in ascensore e sparò: 'Oggi farò l’errore più grande della mia vita: ti metterò in campo'. Io ancora non lo conoscevo e non sapevo come dovevo prenderla... Un grande davvero. Spero un giorno di ritrovarlo. Guardiola? Per me è il più bravo di tutti. Zeman è fantastico. Gli devo tanto. Alla fine di certi allenamenti avevo il vomito per la fatica. Lui mi ha cambiato ruolo e insegnato anche a difendere; prima lo facevo solo se qualcuno si era fatto male. È triste che debba allenare solo in Svizzera, ma lui è rimasto coerente con se stesso."