La Juve non si vuole fermare, Massimiliano Allegri neppure. Il tecnico dei bianconeri è in vacanza, ma pensa comuque alla sua squadra, e ha concesso una lunga intervista al Corriere della Sera, guardando anche al futuro più prossimo della sua squadra, ovvero al girone di ritorno: "Giocare in casa con le big? È normale che possa essere un vantaggio. Al Milan l’anno dello scudetto abbiamo vinto i due derby e gli scontri diretti col Napoli. Le grandi sfide saranno molto importanti. L'Inter sta gestendo bene le cose, al di là del k.o. con la Lazio. E ha un tecnico che sa come si vince".

La stagione dei bianconeri è stata fin qui a dir poco travagliata, ma il tecnico guarda avanti con determinazione, pensando anche alle difficoltà attraversate: "Dobbiamo avere margini di miglioramento: possiamo fare una grande stagione. A inizio anno ci siamo ritrovati con 10 giocatori nuovi e con l’incertezza di aver perso le certezze. Dopo il successo di Shanghai siamo ripartiti in modo disastroso. Ora la squadra è omogenea. Dobbiamo continuare così, stiamo crescendo e non dobbiamo fermarci: il mantenimento non esiste. Alla fine la società è la colonna portante. Se è compatta e tosta vieni fuori dai problemi. Allenatori e giocatori passano e per questo il tifoso si deve rispecchiare nella società".

E la mette sul ridere sullo sfogo della partita col Carpi: "Sa cosa mi ha detto mia madre prima della partita? 'Hai la tosse, non urlare altrimenti perdi la voce'...".

A febbraio torna anche l'Europa e per i bianconeri l'impegno è probabilmente tra i più complicati possibili. Allegri parla di Guardiola come l'allenatore che inviterebbe a cena, ma pensa anche al campo: "L’addio di Guardiola al Bayern non influenzerà il rendimento, anzi. L’anno in cui annunciarono il suo arrivo e l’addio di Heynckes, hanno vinto la Coppa. Come si passa? Bisogna essere bravi a ridurre due partite a una sola. Sarà una bella partita. Dobbiamo prepararci al meglio per fare un grande ottavo di finale. E uscirne rafforzati per affrontare poi la volata in campionato".

E sulla Champions insiste: "La vetrina europea è importante. Dopo la finale di Berlino la popolarità internazionale della Juve è cambiata. Il campionato conta e devi vincere. Ma la Champions la vedono in tutto il mondo e almeno agli ottavi ci devi essere sempre".

Chi in Champions non è ancora riuscito ad andare a segno è Paulo Dybala, comunque capocannoniere della squadra con 10 gol, ma ancora a secco in Europa. A prescindere dai numeri, Allegri lo elogia, spiegando anche il suo rapporto con i giovani: "Basta guardarlo negli occhi per capire che ha la voglia e la determinazione di raggiungere l’obiettivo. Ha più istinto killer di Morata e Pogba, perché ha fatto la gavetta. Gestire i giovani magari è una qualità che ho dentro. Non credo di essere un capo, ma una guida. Aiutare i più giovani a inserirsi, anche nella vita".

Parole anche a riguardo della teoria del cosiddetto "cazzeggio creativo", descritto in chiave ironica ma molto applicato dal tecnico: "Quando dico che non si può lavorare 24 ore al giorno non lo dico perché non ho voglia di fare, ma perché ci sono degli studi approfonditi di psicologia che lo dimostrano. Quando la concentrazione ha un picco a ribasso la devi portare ancora più giù, per avere un rimbalzo verso l'alto. Magari sono davanti alla tv che guardo un cartone, con mio figlio e mi viene in mente qualcosa dell’allenamento o per la partita della domenica".