Partiamo da un presupposto chiave, fondamentale per condurre questo discorso. Quest'anno, essendo in seconda fascia, la probabilità di pescare un avversario ostico era altissima, per cui, salvo colpi di fortuna davvero esagerati, la Fiorentina sarebbe stata attesa da un match caldissimo. L'urna di Nyon ha emesso il proprio verdetto, rimettendo di fronte i viola e il Tottenham, già affrontatisi lo scorso anno. Ne erano usciti vincenti i viola, capaci di strappare un 1-1 in Inghilterra e poi di girare a proprio favore la qualificazione in casa grazie alle reti di Gomez e Salah. La loro strada si interruppe poi agli ottavi contro il Siviglia. Quest'anno però tante cose sono cambiate, per entrambe le squadre, e lo scontro si preannuncia più spettacolare che mai.
FILOSOFIE QUASI OPPOSTE - C'è una prima grande sostanziale differenza che separa i viola dagli inglesi, ed è quella dell'atteggiamento sul terreno di gioco. Una squadra è più paziente, attacca ma cercando di forzare il meno possibile la giocata o la verticalizzazione, usando molto la testa e poco l'istinto, facendo tanto possesso palla. L'altra è una squadra che pressa qualunque cosa si muova, che gode con i ritmi alti e con l'intensità al massimo, con corsa e contropiede fa paura a tutti. Due metodi diversi di disputare la partita, due metodi diversi di intendere il calcio che si affrontano. Difficile dire chi possa avere la meglio, almeno per ora.
I PUNTI FORTI - Chiaramente le filosofie sono totalmente rispecchiate nei punti di forza che caratterizzano Fiorentina e Tottenham, le quali sono state capaci (e non è mai facile) di innalzare il proprio livello e la propria asticella tramite l'imposizione delle proprie idee di calcio. Esempio: la Fiorentina è una squadra che vince le partite con il possesso palla, che trova i gol con il possesso palla, che trova i varchi con il possesso palla. Lo stesso il Tottenham, pressa e riparte in contropiede appena ritrova la palla. Gli allenatori sono stati in grado di tramutare le filosofie in punti di forza assoluti. E se per Pochettino, al secondo anno sulla panchina degli Spurs, può essere facile, lo stesso non si può dire per Sousa, che sta conquistando tutti in Italia.
CROCE E DELIZIA - Potevano mancare gli aspetti negativi? Ovviamente no. Rimaniamo sempre sulle due filosofie. Abbiamo detto degli aspetti positivi, ma basta poco, pochissimo, per tramutare il tutto in negativo: la partita contro la Juve di domenica sera ha messo in evidenza una sterilità contro le ottime difese che va assolutamente aggiustata in qualche modo, neanche un tiro in porta (eccetto il rigore) durante tutti i 90 minuti. Di contro, il Tottenham registra ancora spesso qualche amnesia in fase di impostazione, e se Sousa decidesse di provare a pressare i centrali potrebbe ottenere ottimi risultati.
LO SVILUPPO DEL GIOCO - Nella doppia sfida avranno un ruolo fondamentale le fasce, molto sfruttate da entrambe le squadre, ma in maniera totalmente differente. Il Tottenham utilizza la velocità e la tecnica dei sui esterni per ripartire, specialmente Walker e Rose, i due terzini, sono giocatori dotati di grande rapidità ma che troppo spesso peccano in fase difensiva. Bernardeschi e Marcos Alonso dall'altra parte interpretano il ruolo in maniera differente tra loro, specialmente l'azzurrino taglia spesso all'interno del campo per rientrare sul sinistro, e altrettanto spesso si fa vedere in area, fungendo davvero da attaccante aggiunto, ma rischiando di lasciare spesso buchi difensivi.
IL BILANCIO - Difficile fare un pronostico, perchè come abbiamo visto le due squadre sono profondamente diverse come schieramenti e come filosofie. Non c'è probabilmente una squadra favorita, sembra una doppia sfida che può essere decisa soprattutto da episodi. Sta forse più alla Fiorentina cercare la vittoria, stando attenta a non scoprirsi e tenendo un baricentro equilibrato, senza chiudersi e accennando un pressing non troppo asfissiante, ma senza dubbio provando a imporre il proprio ritmo. Difficile, ma non impossibile.