Un altro passo in avanti, sotto il profilo mentale e della classifica. La Juve continua ad aumentare la marcia, e contro la Fiorentina trova la sesta vittoria consecutiva in Serie A, quella che vale il sorpasso su quella Roma che era ritenuta l’avversaria più temibile ai nastri di partenza. Ora i punti sono 30, a quota 32 ci sono proprio i Viola e soprattutto il Napoli, mai così vicino anche sotto il profilo del rendimento. Come i bianconeri nelle ultime 6 non c’è nessuno, i partenopei sono i più vicini con 16 punti, ma davanti in classifica, in quella che conta, c’è solo l’Inter, quell’Inter contro cui solo il palo non ha permesso ai bianconeri di vincere.
Il secondo tempo di San Siro con i nerazzurri era stato il punto cardine da cui ripartire dopo le tante delusioni, e meglio di così i bianconeri non potevano davvero fare. C’è un nome che lega in maniera quasi indissolubile questa striscia, peraltro ancora aperta: quello di Juan Cuadrado. Due gol in campionato, due gol pesantissimi. Quello contro il Torino al 93’ valso la vittoria nel derby, quello del pareggio di ieri sera. Gli unici due gol stagionali. Ieri sera il colombiano non voleva nemmeno tirare, ma far la sponda per Khedira. La fortuna l’ha assistito e sul tabellino dei marcatori c’è il suo nome.
Un cerchio che si chiude, ovvero quello della rinascita, perché ora a tutti gli effetti la Juventus è tornata in corsa, non è più in rimonta, ma è in corsa. La paura di inizio stagione è stata scacciata, la forza mentale del gruppo è stata ritrovata alla grandissima, basti vedere la determinazione della squadra ieri sera, che non si è mai tirata indietro.
Lo specchio di questa Juve è la coppia d’attacco, quella composta da Paulo Dybala e Mario Mandzukic. La coppia perfetta, quella che si completa alla perfezione, e lo stesso argentino ha ammesso che con il croato gioca meglio per una questione di caratteristiche: l’argentino svaria, si muove, viene a prendere palla e raccorda i reparti, mentre il croato è più punta pura, quello che tocca un pallone e lo mette in rete, quello combattivo che pressa ogni pallone, proprio come ieri sera. E alla fine il gol, quello pesante, l’ha realizzato ancora lui, l’ha decisa ancora una volta lui.
Senza ombra di dubbio Allegri ieri sera ha lasciato lo Juventus Stadium sorridente e sereno, perché la sua squadra oltre a dimostrare cinismo ha anche confermato i miglioramenti in fase difensiva, tant’è che ha subito solamente un tiro in porta, quello dal dischetto di Ilicic che è valso il momentaneo vantaggio. Per il resto Buffon è stato spettatore non pagante, costretto forse solo ad un’uscita abbastanza rischiosa ma efficace. Unico intervento del numero uno bianconero.
Sono arrivate altre conferme, le prestazioni solide di Evra, di Marchisio, di Bonucci. E anche, soprattutto, di Paul Pogba. La sua è stata una partita dai due volti, ma non può essere certamente definita negativa, tant’è che Allegri stesso nel post ha chiarito che il francese, a suo parere, ha giocato una grande gara. È vero, ha perso qualche pallone di troppo, ma è entrato in maniera decisiva nei primi due gol: è lui che apre per Evra, il quale poi crossa per Cuadrado. È sempre lui che verticalizza per il movimento di Dybala, il cui tiro viene poi respinto da Tatarusanu e il pallone messo in rete da Mandzukic. Ieri Pogba è stato assolutamente decisivo.
Segnali positivi anche da Khedira, specialmente fisici. Quello che emerge è che i bianconeri hanno una rosa davvero ampia, e almeno una ventina di essi possono essere tranquillamente titolari. Rotazioni ampie, magari anche con altri moduli, un ritorno al 4-3-1-2 non sarebbe da escludere. Ma intanto la Juve delle certezze gioca col 3-5-2, e soprattutto vince. E spaventa le avversarie a suon di prestazioni.