Vigilia di Coppa Italia per l'Udinese di Stefano Colantuono, ritrovatasi dopo il successo contro la Sampdoria e quello di Verona, contro il Chievo che ha dato ai bianconeri maggiore tranquillità in vista del futuro. Domani al Friuli arriva l'Atalanta di Reja, ex squadra di Colantuono, reduce come i friulani da un successo in esterna, a Roma. Occasione per ruotare le forze, ma per proseguire nel processo di crescita seppur con altri interpreti.
"Daremo minutaggio domani a chi ovviamente ha giocato di meno, facendo i conti anche con chi non sarà a disposizione. Nel gruppo ci sono tanti giocatori all'altezza. Faremo una squadra affidabile. Mi aspetto che ci sia una buona prestazione, con impegno e credo sarà così anche con l'Atalanta. Dovremo fare una prestazione buona per andare avanti. Giocherà Meret in porta. Daremo spazio ai giovani e non deve cambiare nulla dal punto di vista della qualità e dell'atteggiamento".
Tuttavia, guai a chiamarlo turnover: "Nel mio vocabolario non esiste la locuzione "seconde linee". Per me c'è un gruppo eccezionale che lavora insieme. Non posso considerare i vari Fernandes, Marquinho, Domizzi e Pasquale soluzioni di ripiego. Per me tutti i giocatori sono grandi ragazzi e professionisti. Il format della Coppa Italia comunque, lo dico da anni, non mi piace e non mi è mai piaciuto, perché premia le solite note, con le grandi squadre che entrano agli ottavi e che giocano praticamente sempre in casa. Noi se vincessimo domani andremo a Roma e poi, eventualmente, a Torino. Capite che così diventa difficile. Se ci fosse un regolamento anche un minimo diverso, per esempio su chi gioca in casa. Già questo cambierebbe un po' le cose".
Dal presente al passato, con Colantuono che commenta il suo passato a Bergamo, sulla panchina dell'Atalanta: "Sono stato sette anni lì è sono legato in maniera forte a quella società. Ci sarà dell'emozione, ma adesso io sono dall'altra parte e lavorerò al massimo affinché la mia squadra possa vincere. Qui sto molto bene e l'ambiente mi gratifica, anche se il legame con l'Atalanta è indissolubile. Non posso mai dimenticare quello che ho vissuto a Bergamo".
Dall'aspetto globale a quello dei singoli, con Lodi che ha permesso ai friulani di cambiare volto sul piano del gioco: "Sicuramente Lodi è un giocatore molto importante per le caratteristiche del mio gioco. La mia squadra deve sempre avere un giocatore che fa girare la squadra, alzando il tasso qualitativo, così da far giocare meglio anche gli altri. All'Atalanta, per capire, avevo Cigarini che svolgeva queste funzioni. Di Natale? Su Totò non posso darvi ulteriori indicazioni di formazione".
Infine, sul calore dei tifosi ricevuto dopo la vittoria di Verona: "Ci ha fatto e soprattutto mi ha fatto molto piacere vedere tante persone, signore, bambini, un gruppo eterogeneo, gioioso, che mi ha fatto enorme piacere, tra cui una signora simpatica a cui ho regalato una cravatta. E' stato un momento bellissimo e una cosa che fa sempre piacere".