Sembrava utopia, e invece è quasi realtà. Massimiliano Allegri ha ripetuto svariate volte in questo inizio di stagione che l'obiettivo della sua Juventus in campionato era rifarsi sotto, dimezzare lo svantaggio da chi le sta davanti, e per ora i bianconeri stanno facendo quanto compete loro, aspettando i risultati delle concorrenti per un tricolore che non sembra più così distante.
Ieri sera il 3-0 conquistato in trasferta con il Palermo ha rappresentato la quarta vittoria consecutiva in campionato, una striscia positiva che non si era ancora vista in questa stagione, ma anche considerando la Champions League la striscia è la stessa identica: era dal marzo-aprile scorso che i bianconeri non riuscivano a imbroccare quattro W consecutive.
Certo, quella era un'altra Juve, con un altro modulo, con altri giocatori, con altri leader. Diversi tratti comuni ci sono, senza ombra di dubbio, e sono rappresentati dai veterani, dai senatori, quelli che vengono chiamati "vecchi dello spogliatoio" e rispondono ai nomi di Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Marchisio e tanti altri. Sono però cambiati i leader, almeno in campo. E ieri sera ne sono emersi altri.
Il primo tra tutti, che ieri sera più che emergersi si è confermato, è indubbiamente Mario Mandzukic. Partiamo da una statistica che risale all'anno scorso: 12 gol segnati con l'Atletico Madrid, 11 gol decisivi ai fini dell'esito finale. Insomma, non i gol del 2-0 o del 3-0, ma i gol pesanti, che sbloccano la partita, che la indirizzano in maniera chiara. Come quello di ieri sera: i bianconeri erano in grossa difficoltà offensiva, si erano resi poco pericolosi. E al primo pallone giocabile, il croato ha segnato.
Mandzukic non è un giocatore magari bello da vedere, ma è clamorosamente utile alla squadra, è l'attaccante che tutti vorrebbero. Segna i gol pesanti, ha una percentuale realizzativa migliorabile ma in crescita (col City due conclusioni, un gol e un miracolo di Hart, ieri sera un tiro e un gol), pressa disperatamente tutti i terzini avversari e i portatori di palla, viene ad aiutare la difesa. Un giocatore completo, tecnicamente limitato, questo è fuori dubbio, ma compensa con la grinta e la tempra, che non gli mancano.
La coppia che compone con Dybala, sulla quale Allegri sta insistendo molto nelle ultime uscite, è probabilmente la migliore a disposizione della Juventus. I due si integrano a meraviglia, perchè la Joya fa la punta di raccordo, viene a prendere palla, e l'avere uno come Mandzukic che punta sempre la porta e gli fa le sponde è tutto di guadagnato. Ieri sera, nella partita del ritorno a Palermo, la Joya ha fornito un'altra prestazione maiuscola, pescando anche l'assist per il compagno di reparto.
L'argentino è uno dei leader tecnici della squadra, mentre il croato è più un leader carismatico, come tanti altri compagni. Chi è sulla buona strada per diventar tale è Paul Pogba, tornato finalmente ad alti livelli. La sua prestazione di ieri sera può sembrare a primo achito modesta per uno cone le sue capacità, ma in realtà è stato utilissimo, si è mosso bene e ha dato anche copertura con i tempi giusti. Ha pure fornito l'assist per Sturaro, il cui gol è il meritato premio per l'enorme lavoro che sta svolgendo in sostituzione dell'infortunato Khedira.
Tra le altre note positive della prestazione bianconera ci sono le fasce, con Evra che dimostra di essere ancora validissimo (e tra lui e Alex Sandro l'alternanza è un lusso per pochi), mentre Cuadrado ha faticato un po' di più, dovendo aiutare anche in fase di ripiegamento e non essendo abituato, ma il contributo della difesa è stato come sempre molto solido, e siamo a 320 minuti con la porta inviolata, come già accaduto anche a ottobre. Segnale di una solidità ritrovata e indispensabile. 5 gol subiti nelle ultime 11 partite, nei mesi di ottobre e novembre.
La Juventus sta diventando squadra, ha trovato il suo equilibrio con il 3-5-2, che in realtà può diventare un 4-3-3 mascherato, o anche un 4-4-2, grazie alla duttilità e all'intelligenza di Barzagli e dei suoi interpreti. Il gioco ancora non è perfetto, ma gli errori tecnici sono diminuiti e c'è un'armonia di gruppo, non la confusione dei primi mesi. Era forse solo questione di tempo prima che i bianconeri tornassero alla carica? Non lo sappiamo, ora ci sono quattro test per chiudere il 2015: in trasferta con la Lazio, in casa con la Fiorentina, in trasferta col Carpi. E per la Champions, la visita a Siviglia. Almeno un pareggio per il primo posto nel girone, tre vittorie per avvicinarsi ulteriormente alla vetta. Missione possibile per questa Juve.