“Non ragioniam di lor, ma guarda e passa” diceva Virgilio nella Divina Commedia dantesca riferendosi agli ignavi, coloro che salgono sempre sul carro del vincitore senza avere un’idea precisa. Perché molti dei tifosi juventini che hanno esultato e gioito alla rete di Mario Mandzukic contro il Manchester City erano gli stessi che lo etichettavano con l’appellativo di “bidone” durante le gare di campionato. Ma il bomber serbo, che con trofei nazionali ed internazionali nel palmares ha poco da dimostrare a taluni, ha zittito le critiche con una delle sue zampate. Nelle tre partite disputate nella massima competizione europea infatti, il gigante croato ha messo lo zampino ben due volte sul tabellino, con il gol sblocca-match firmato all’Etihad contro i citizens su assist di Pogba e l’ultimo mercoledì sera sempre contro la squadra di Pellegrini.

Arrivato in estate alla cifra di 19 milioni di euro, è stato designato subito erede di Fernando Llorente, benchè con lo spagnolo avesse in comune soltanto l’altezza. Fa sognare tutti all’esordio in Supercoppa con il gol che porta i bianconeri alla vittoria.  Nelle prime uscite, come contro l’Udinese e la Roma, è stata palese la difficoltà nel creare un collante tra centrocampo e attacco, l’unico risultato è stato quindi un gioco poco organizzato e avaro di cross, praticato prevalentemente per vie centrali. Da sicuro titolare a ombra del talento cristallino mostrato da Paulo Dybala, che lo ha relegato in panchina contro il Chievo. Finalmente si presenta l’occasione giusta per sbloccarsi nella prima gara di Champions League contro il Manchester City: Allegri punta sul 4-3-3 e gli affianca Morata e Cuadrado dal primo minuto. Una gara di grande sacrificio ma soprattutto di grande acume tattico, che gli permette di inserirsi sul cross di Pogba e infilare Hart con un piattone al volo. Dopo la partita senza infamia e senza lode con il Genoa, un infortunio muscolare lo costringe a saltare ben 4 gare, al ritorno contro il M'gladbach non riesce a sbloccarsi. Il primo gol in campionato arriva nel match contro l’Atalanta dove segna un gol da attaccante di razza, anticipando due difensori nerazzurri su un cross rasoterra di Dybala. Dopo la sconfitta e la prestazione disastrosa nel turno infrasettimanale contro il Sassuolo, Allegri lo relega in panchina in favore della Joya. Mercoledì sera l’occasione del riscatto, con il mister bianconero che lo preferisce ad Alvaro Morata: smarcamento perfetto, piatto e palla alle spalle del portiere inglese, esplode lo Stadium.

Aumenta la qualità dei cross, Mandzukic ha più possibilità di gonfiare la rete. È questa l’unica certezza di un giocatore in versione “Dr Jekyll e Mr Hyde”, più misterioso dei cerchi nel grano. In fase offensiva è prettamente un uomo da area di rigore, anche se alcune volte preferisce andare sulla fascia per aiutare gli esterni. Abilità nel colpo di testa, fisico possente, fa parte della categoria dei calciatori “allampanati”, quelli che non si vedono ma colpiscono quando meno te lo aspetti. In fase difensiva invece è tutt’altro che statico, corre e lotta come un gladiatore per cercare di recuperar palla anche nella propria metà campo. La speranza per il popolo di fede juventina è di tornare a vedere proprio queste caratteristiche sopraffine, quel talento che ha fatto sognare il pubblico di Monaco di Baviera. Le premesse ci sono tutte: Super Mario salvi la Signora, magari con un colpo di testa.