E' il momento: il Milan si appresta ad affrontare l'esame Juventus, una partita spartiacque per la stagione rossonera. Una vittoria significherebbe molto per le ambizioni della truppa di Mihajlovic, che proseguirebbe il filotto di risultati utili consecutivi e può rilanciarsi per le zone nobili della classifica. Diversamente, una sconfitta darebbe alla Juventus una spinta fondamentale per recuperare il margine perduto ad inizio stagione. Sinisa Mihajlovic tiene alta la guardia, ma con fiducia nei suoi giocatori: "Penso sia inutile parlare dell'importanza della partita contro la Juventus, importante storicamente e per la classifica. Faremo il meglio per onorarla al massimo. Sappiamo che sono forti e in ripresa, ma sono convinto che ce la giocheremo alla pari e per vincere. E' una partita importante contro una diretta concorrente. Noi ogni partita la prepariamo al massimo e sappiamo che se giochiamo come sappiamo possiamo metterli in difficoltà. Sappiamo che anche loro sono forti, ma abbiamo tutte le caratteristiche fisiche e mentali per giocare alla pari. Non guardo in casa degli altri, Max è un grande allenatore e sicuramente risolverà i problemi".

Il tecnico serbo minimizza la pressione, per lui il Milan sta disputando una buona parte di stagione, ritenendo la sfida contro la Juve come una partita tale alle altre, senza troppa importanza: "Attorno al Milan c'è un'atmosfera un po' strana, quando perdiamo è una tragedia, se vinciamo potevamo fare meglio. Non è una partita che deve diventare una questione di vita o morte. Nelle ultime partite abbiamo avuto una media di 2,2 punti, più di noi hanno fatto solo Roma e Napoli. Mancano 7 partite al termine del girone d'andata e sono convinto che possiamo mantenere questa media, ma il nostro obiettivo è arrivare davanti a giugno. Il pareggio contro l'Atalanta è stato dipinto come una catastrofe, non mi sembra così. Certo, potevamo fare meglio. Al fischio finale sappiamo che qualunque risultato ci sarà, non sarà decisiva"

Che Milan ci si aspetta? Sinisa scopre le carte: "Il Milan può giocare di rimessa o andando a pressare alto, possiamo fare bene in entrambe le maniere. Dipende da noi, ma anche dall'avversario. Se noi siamo più bravi facciamo noi il gioco, se no magari lo fanno loro. Noi cercheremo di essere sempre offensivi giocando per vincere. Contro l'Atalanta non abbiamo difeso il risultato, abbiamo messo 4 attaccanti in campo, Bacca, Luiz Adriano, Niang e Cerci. Sapevamo che rischiavamo di perderla, ma la mia squadra sa che deve prendersi qualche rischio per provare a vincere".

Mihajlovic fa il punto della situazione dei singoli, in particolare sul duo Lopez-Donnarumma e Bacca: "Diego Lopez è un portiere importante che io stimo molto, non ha mai cercato scuse. In tanti partite è andato in porta non in condizioni perfette, ma questo poi lo paghi e alla fine è successo quello che è successo. Ora si sta curando, io lo aspetto e poi vedremo come sarà. Donnarumma invece si troverà davanti un mito come Gigi, che potrebbe essere suo padre. Ha tutto da imparare da lui, oltre che il talento, la professionalità, il carattere e l'entusiasmo. Gigetto ha tutte le qualità per essere suo degno erede, ma per paragonarlo bisogna aspettare una decina d'anni. E' sveglio, è bravo, un ragazzo intelligente e sicuramente sarà il futuro del calcio italiano. Deve lavorare tanto e crescere, ma sta dimostrando di avere carattere e personalità. Bacca rispetto all'altra volta che era tornato giovedì sera, ieri è tornato al mattino, perciò vediamo. Ieri ha fatto solo un po' di corsetta, oggi farà l'allenamento con la squadra e vediamo come sta. Bonaventura sta bene, Niang è cresciuto di condizione anche se non sta ancora al massimo. A parte Bertolacci e de Jong gli altri sono tutti disponibili, escluso Menez e Balotelli naturalmente. Dovremo essere aggressivi."

Chiude con un pensiero sugli attentati di Parigi, un evento che ha scosso il mondo, sportivo e non: "Siamo tutti scossi per quello che è successo, siamo vicini al popolo francese. E' una guerra strana, perchè non sai cosa aspettarti a differenza della guerra in Jugoslavia. E' molto difficile, ma dobbiamo cercare di vivere tranquillamente e non farci prendere dal terrore, perchè è ciò che vogliono"