Domenica pomeriggio il Carpi, con il ritorno in panchina di Castori, ospiterà il Chievo Verona. La squadra di Maran, nelle ultime settimane, è arretrata in classifica e domenica vorrà fare risultato pieno.
Il capitano del Chievo, Sergio Pellissier, da Veronello ha parlato ai giornalisti presenti: "Domenica sarà una partita più difficile delle altre perché giocare contro le ultime non è esattamente facile. C'è più tensione. Col Carpi è una partita molto importante, se dovessero vincere si avvicinerebbero molto a noi. Purtroppo noi ce la giochiamo alla pari con tutti, ma agli altri basta fare mezzo tiro in porta per farci gol. E questo non ci aiuta. Nelle ultime partite non abbiamo raccolto molto, ma questo è il calcio. A volte si gioca male e si vince, giochi bene e perdi. A volte bisogna anche sapersi accontentare. E capire che anche un pareggio può andar bene. Adesso va così. Basti pensare agli 1-0 dell'Inter".
Pellissier torna un attimo indietro, sui terribili fatti di Parigi: "La paura c'è, ma non perché potevo trovarmi in campo nel terrore come i giocatori di Francia. Soprattutto perché mi chiedo di continuo se un giorno potrò mandare tranquillamente mia figlia a studiare all'estero o se la mia famiglia sarà sempre al sicuro. Il mondo non deve cambiare, sarebbe come una resa e i terroristi questo vorrebbero. Anche se poi alla fine è il destino che decide tutto. Chissà quanti concerti a quell'ora c'erano a Parigi ed in giro per il mondo. Se mi sento sicuro in uno stadio italiano? Non c'è sicurezza in niente negli stadi d'Italia, le regole sono state fatte solo per non far entrare le persone normali. Prima di entrare vengono perquisiti solo i genitori che portano un ombrello perché piove e bambini di sette-otto anni. Questo succede solo in Italia".