Nella Serie A incline al mutamento, Verona si rivela isola felice. Mandorlini prosegue il suo operato sulla panchina gialloblu, dopo la pacca sulla spalla giunta al termine dell'incontro tra le alte sfere del club. Nessun esonero in vista al momento, la classifica respinge l'Hellas, ma il tecnico può giocarsi un'ultima fiche al tavolo della massima serie. Il ritorno in campo - dopo la sosta - non è accogliente, perché a Verona si presenta il Napoli di Sarri. Lo sguardo si proietta oltre, al doppio impegno con Frosinone e Empoli, le speranze di ri-aggancio alla zona-salvezza passano da due giornate positive contro dirette avversarie per la permanenza in A.
Giorni di fuoco, non solo a Verona. A Carpi, porte aperte. Castori - Sannino - Castori, un via vai di poco costrutto, seguito a breve distanza dai ribaltoni di Genova e Palermo, con Zenga e Iachini alla porta, "battuti" dalle prestazioni di campo, non certo dai risultati. In casa Hellas, prendono corpo invece altre considerazioni. Mandorlini è ben voluto dal tifo e gode dei favori dello spogliatoio. Le passate edizioni del Verona parlano a favore del tecnico, squadra gradevole e in grado di mantenere la permanenza nella categoria senza eccessive preoccupazioni.
A inficiare il cammino attuale, un mercato non eccelso e una serie di infortuni difficile da contenere. Mandorlini non può contare su pedine troppo importanti per un gruppo che insegue certezze. Da tempo, l'undici iniziale è orfano della sua spina dorsale. Ai box Marquez, Romulo e Toni, scheletro di esperienza e qualità in grado di trascinare i compagni.
Bigon "Mai avuto tanti malanni nelle mie precedenti esperienze. Ho guardato il report medico di questi mesi e c'è di tutto, un fritto misto con tanti problemi insoliti. Ci sono mancati giocatori fondamentali. Il loro rientro è necessario per fare qualsiasi ragionamento. Ho detto che questa rosa è clamorosamente adeguata all'obiettivo e ne sono ancora convinto. Se servirà, torneremo sul mercato a gennaio"
Mandorlini incassa il "sì" e si concentra sulla prossima uscita. Giorni di lavoro intenso per sfruttare le possibili difficoltà del Napoli, costretto ad attendere diversi giocatori emigrati per le gare con le rappresentative nazionali. Alla tornata numero 12, 6 pari e 6 sconfitte, necessario puntare al colpo grosso, anche se l'avversario di turno è fuori portata.
"La società, non cambiando, ha optato per un'idea che è un'eccezione nel calcio di oggi. E ora dobbiamo fare qualcosa di eccezionale noi. Non faccio tabelle, penso ai punti da prendere di partita in partita, a cominciare da quella con il Napoli. Credo in questa squadra, ce la possiamo fare. Merito di essere ancora al Verona per quello che sono riuscito a fare da quando sono all'Hellas. Serve un'impresa e ho fiducia".