La Fiorentina è partita bene, senza paura alcuna, giocando con altissima intensità e pressando gli avversari fino alla loro area di rigore, imponendo così il proprio gioco. Ne è prova tangibile il fatto che la prima occasione sia di marca viola con Kalinic che apre per Kuba, l'ex Borussia Dortmund controlla e scarica un sinistro che Reina respinge in tuffo. Squadra corta, pressing e recupero palla. E' così che i viola riescono a bloccare il secondo miglior attacco della Serie A andando al riposo in parità con la "chicca" dei 14 palloni intercettati. Nel secondo tempo, con la rete di Insigne dopo neanche un minuto di gioco, la partita si è infiammata ed è lì che si è vista la vera forza della Fiorentina: il carattere. La squadra di Paulo Sousa, infatti, per la prima volta in svantaggio dall'inizio del campionato, non si è disunita subendo le scorribande del Napoli ma ha continuato a giocare a calcio rimanendo in partita sfiorando e poi trovando la rete del pareggio sull'asse Ilicic-Kalinic, gente proveniente dal freddo Est Europa ma con il piede piuttosto caldo quando si trova negli ultimi trenta metri. Peccato che proprio a quel punto, quando il numero nove viola aveva la mano all'orecchio per sentire il rumore del silenzio dei 50.000 del San Paolo, sia arrivata la seconda disattenzione difensiva di giornata, roba che quando nei dintorni c'è uno come Higuain non ti puoi permettere. Ilicic si fa rubare palla ed il Pipita, dopo uno scambio con Mertens, trafigge Tatarusanu. E' così che si passa dall'avere sulla punta della lingua il sapore del colpaccio esterno al tornare a casa a mani vuote anche se soltanto a livello di punti.
Napoli a tre punti dalla vetta dunque. Ad una vittoria dal primo posto che, nonostante tutto, complice il pareggio dell'Inter nel posticipo, rimane a tinte viola. Tinte forti e decise che intendono rimanere a lungo sulla tela del campionato, mantenendo il "basso profilo" ma con la consapevolezza che, mantenendo questa testa, è lecito e quasi doveroso continuare a sognare.