Altro esame per la Fiorentina capolista del campionato con 18 punti in 7 partite, che dopo aver mandato al tappeto l'Inter a San Siro, adesso ci riprova con il Napoli, probabilmente la squadra più in forma del campionato, reduce dall’exploit milanese contro il Milan (4-0), con la voglia di proseguire la propria marcia inarrestabile.  

Vigilia di una grande sfida, quella del “San Paolo”, il tecnico viola Paulo Sousa nella conferenza stampa di rito ha analizzato il buonissimo momento dei suoi: “Sono state due settimane identiche a quelle dell’ultima sosta, abbiamo cercato di lavorare sui calciatori risparmiati dalle nazionali, mantenendo un livello mentale e d’intensità adatto a quello che stiamo facendo. Ora abbiamo messo insieme più lavoro ed anche le partite comportano un miglioramento della condizione, partono sempre in vantaggio quelli che hanno più possibilità di lavorare con me. La convinzione è fondamentale perché quando vuoi attuare un qualcosa, se non ne sei convinto rimani quasi sempre a metà strada, non arrivi mai. La chiarezza di arriva a questa convinzione è ugualmente importante però. La logica comune che abbiamo ci porta a sostenere la qualità dei singoli per farli esprimere al massimo. Lavoriamo sull’individuo per convincerlo ma dobbiamo anche sperimentare sul campo per realizzarlo. Certo, le vittorie poi aiutano".

Di fronte, come anticipato prima, il Napoli, con cinque vittorie nelle ultime sei gare, con 18 gol fatti ed uno subito: "Sarri? Sul mio collega ripeto che per me è stato un piacere venire qui in Italia per competere con questo tipo di avversari. Nell’ultima partita in casa Reja ha avuto un’intelligenza ed un coraggio di gestire la partita davvero di altissimo livello. Questo dà modo anche a me di migliorare. Per un allenatore come Sarri vedere il seguito che riceve dai suoi giocatori è il massimo. Troviamo una squadra in formissima, di altissimo livello e qualità e questo ci dà la possibilità di crescere. Ritengo che il Napoli abbia un organico superiore al nostro però, come ho sempre detto, dobbiamo riconoscere i nostri limiti e per competere con queste squadre dobbiamo superare questi limiti". Condizione fisica della viola: "I sudamericani che sono arrivati più tardi hanno passato un giorno a viaggiare, ma son abituati e l’ho visto anche nella prima sosta, per cui non patiscono tanto. Da quello che ho visto ieri anche loro stanno bene. Kalinic ha preso una botta nella prima partita e credo che si sia visto nella seconda partita perché era un trauma alle fibre muscolari e questo implica un piccolo ematoma. Credo che non sia un problema però. Maturità? In tutte le partite stiamo dimostrando di starla accrescendo, c’è anche una questione culturale però: non è che perché siamo primi allora siamo già pronti. E’ un processo su cui dobbiamo continuare a lavorare. La base dei principi del nostro gioco dà modo anche a chi non ha personalità di acquisirla perché la base tecnica è buona, hanno capacità acquisitive".

Secondo molti tifosi viola, lo spazio dei media per parlare di Fiorentina è sempre troppo poco anche quando la squadra di Sousa si ritrova ad esser prima solitaria in classifica: "Credo che l’elemento migliore sia la vittoria, aldilà dell’attenzione che ci riservano. A livello di cultura della società credo che il Napoli sia una squadra costruita per vincere lo scudetto e quest’anno ha un organico che glielo può permettere. E’ una qualcosa in cui noi cerchiamo di migliorare, sappiamo che non succede da un giorno all’altro ma è la continuità che serve per costruire una credibilità a livello nazionale. Essere primi non può comportare problemi o pressioni perché vincere porta solamente felicità. Mi incuriosisce molto vedere come reagiremo dopo un periodo in cui non abbiamo avuto i calciatori sotto gli occhi, molti si sono giocati obiettivi diversi ed hanno ricevuto diktat nuovi dai loro ct. Quando ci sono questi break, fermarsi è importante se c’è tempo per lavorare e non è che abbiamo avuto modo di farlo su troppi concetti. La nostra linea difensiva non c’era. Il lavoro su più dinamiche era impossibile; per cui abbiamo mirato più su un tipo di lavoro mirato ai singoli, cercando di trasmettere una certa intensità a livello mentale.  Stimoli dall’esodo dei tifosi? Ho sempre detto grazie a chi è venuto ma anche a chi non è venuto, perché capisco le difficoltà economiche. La cultura di questa continuità di risultati ci può portare anche a ricevere più sacrifici, non dobbiamo solo chiedere ma anche dare. Ho già riferito altre volte della grande importanza dei nostri tifosi perché l’abbiamo percepito”.