Schemi, numeri, tattiche. Sono queste le parole d'ordine del calcio moderno, gli ingredienti fondamentali dei match, ciò che rende grande o carente un allenatore. In un tempo non molto lontano le partite decisive venivano risolte dalla fantasia, dall'estro dei singoli, ora sempre più da una splendida giocata corale che lascia di stucco l'avversario. Sempre più assistiamo a partite bloccate, quasi noiose, perchè preparate perfettamente in fase difensiva, come in un torneo di scacchi. E' quello che starà pensando Max Allegri, che proprio in questo inizio di campionato è naufragato proprio in quel mare di numeri e di possibilità, alla ricerca di una barca resistente per portarlo in salvo. Ma ora non si sbaglia, non in questa partita. E' arrivato il momento di Inter-Juventus, e in questa situazione ci sono solo due possibilità: o fai scaccomatto e festeggi, o vieni mangiato.

Questo inizio di stagione della squadra di Mancini è cambiato vertiginosamente nelle ultime due partite, non solo per una questione di punti persi per strada, ma soprattutto perchè sono state scoperte, e sono ben visibili ad occhio nudo, alcune gravi lacune. Per carità, in una squadra appena formata sono naturali e ordinarie, ma potrebbero rappresentare un assist vincente per il mister bianconero, se saprà sfruttarle. Mancini pensa ad un 4-3-1-2, lo stesso modulo con il quale ha giocato nel match della stagione scorsa. Allegri invece cambia e ipotizza un 3-5-2 in fase difensiva e 4-3-3 in attacco, sistema con il quale ha giocato, in maniera nettamente migliore delle precedenti, nelle ultime due partite. E che potrebbe essere molto dannoso per l'Inter. In primis in difesa il 3-5-2, o 5-3-2, garantisce più solidità nelle retrovie e permette di arginare le manovre degli esterni, fondamentali per il gioco offensivo di Mancini. Evra e Cuadrado avranno quindi il compito di bloccare le iniziative di Jesus e Santon, ai quali molto spesso si sovrappongono o gli esterni d'attacco come Perisic e Jovetic oppure i centrocampisti: in entrambi i casi sarà fondamentale il raddoppio di Barzagli e Chiellini. I due centrali che rimangono in area dovranno invece tenere a bada un cecchino chiamato Mauro Icardi, al quale non deve essere lasciata molta libertà di movimento rimanendo perennemente concentrati, dato che può essere decisivo con una delle sue elevazioni. Un altra variante che si è potuta osservare in queste giornate nella squadra di Mancini in fase offensiva è l'accentramento. Varie sono le possibilità: la prima è lo scarico all'indietro da parte delle punte per il tiro da fuori dei centrocampisti, vedi Kondogbia o Guarin, contro la quale sarà fondamentale per i centrocampisti bianconeri uscire con i tempi giusti per anticipare l'iniziativa non facendosi schiacciare troppo in area di rigore. La seconda è l'accentramento palla al piede di un esterno per cercare il tiro a giro, lo specialista è Jovetic che così ha segnato nella prima contro l'Atalanta, in questo caso saranno le mezzale che non dovranno lasciarlo sgattaiolare liberamente. La terza non per importanza è il filtrante per Mauro Icardi, di solito con uno scavino a superare i difensori, qui invece saranno i difensori a dover rimanere in linea, preferibilmente alta e ad utilizzare la trappola del fuorigioco. Da non sottovalutare i calci piazzati e soprattutto gli sviluppi, dai quali i nerazzurri vanno facilmente al tiro da fuori area.

In questo primo scorcio di stagione i nerazzurri hanno mostrato di soffrire molto in fase difensiva al momento del contropiede avversario, un po' per l'incapacità di coprire e rientrare velocemente da parte dei terzini, un po' per le disattenzioni dei centrali, che se non sono coperti dal centrocampo vanno in palla. Vari gli episodi analizzabili, la cavalcata in solitaria di Castro contro il Chievo, le numerose occasioni concesse a Luiz Adriano nel derby contro il Milan, le incursioni di Ilicic e Kalinic contro la Fiorentina e gli scatti brucianti di Muriel contro la Samp. Cuadrado e Morata sembrano le armi perfette per colpire il tallone d'Achille nerazzurro: con la loro velocità mista a tecnica potranno far male. Attendere e ripartire quindi, ma Paul Pogba dovrà invertire la propria tendenza attendista in fase di contropiede, meno giochetti e più verticalizzazione. Non solo, un altro punto debole è la scarsa copertura sui tiri da fuori, sui quali Marchisio e lo stesso francese sono degli specialisti. Allegri deve prendere esempio dalla gara di Manchester contro il City: una gara di sofferenza, ma portata a casa grazie alla lucida freddezza. E allora disattenzione di Mangala e gol di Mandzukic, troppa libertà per Morata, tiro da fuori e palla all'angolino. Schemi, numeri e tattiche. Ma se gli undici che scendono in campo non ci mettono grinta, cuore e gambe c'è poco da fare. E' questa è la partita giusta per farlo. E' Inter-Juventus.