"Lascerò l'azzurro dopo gli Europei, è giusto dare spazio ai giovani". Lo ha annunciato Andrea Barzagli, intervistato dai microfoni di Sky Sport. All'indomani della bella vittoria dell'Italia sulla Norvegia, che ha consegnato il primo posto nel girone di qualificazione agli Europei del 2016, il difensore juventino ha confermato la volontà di raggiungere la rassegna in Francia per poi dire addio alla maglia azzurra, senza lasciare spazio a futuri ripensamenti. Barzagli ha deciso di dire addio alla  Nazionale nel momento migliore: "Voglio arrivare all’Europeo  e dopo, probabilmente, sarà ora di salutare la maglia azzurra, a cui tengo molto: mi ritengo già fortunato a essere nel giro a 34 anni. Siamo un gruppo molto affiatato e mi piacerebbe fare il terzo europeo"

Andrea Barzagli si è rituffato poi nel campionato, domenica sera la sua Juventus sfida l'Inter; dopo lo stentato inizio di campionato, la squadra bianconera è decisa a riconquistare le zone alte della classifica e per farlo proverà in ogni modo a vincere domenica sera contro i neroazzurri: "Stiamo migliorando, abbiamo disputato due buone partite, ma dobbiamo ancora lavorare molto. Siamo ancora in una fase iniziale della stagione ma è fondamentale uscire da San Siro facendo risultato: l’Inter è una squadra difficile da battere, con giocatori di talento. Inoltre è davanti a noi, vogliamo accorciare la classifica. Se questa sia una svolta lo vedremo, dipenderà da noi.Però, 8 punti di vantaggio per l'Inter sono tanti e se dovessero far risultato sarebbe un problema per noi. Sono partiti molto forte, per cui sarà una squadra molto difficile da affrontare e da battere. Ci dovremo preparare al massimo. Ci sono alcuni aspetti che dobbiamo limare: concediamo molto poco in difesa, quindi non va bene che i nostri avversari segnino al primo tiro. Questo indica che ci sono stati dei cali di attenzione, sui quali occorre lavorare. Credo che quando difendi, oltre al lato fisico, devi curare quello mentale. Occorre essere sempre concentrati, senza lasciare un metro agli attaccanti avversari. Poi, chiaramente, l’equilibrio difensivo non dipende solo dal reparto arretrato ma da come si muove tutta la squadra, da come per esempio anche i giocatori davanti danno una mano: così come le giocate degli attaccanti dipendono anche da noi difensori"