Torna a parlare Carlo Tavecchio. Ospite alla "Notte delle Stelle 2015", il presidente della Figc, si è espresso a tutto campo, dalla richiesta di sospensione per Blatter e Platini avanzata dal Comitato etico Fifa ("In tempi non sospetti non lo votai",  ha detto parlando di Blatter), fino ovviamente alla situazione Conte, che ha il contratto in scandenza il prossimo anno. Ecco Tavecchio:

"Noi siamo disponibili a prolungare il contratto con Conte per altri 2 anni, ovviamente dipende dalla sua volontà e dalle condizioni che si creeranno durante gli Europei, che ovviamente speriamo di vincere".

Dichiarazioni quindi in linea con la mission del corso presidenziale Tavecchio, analizzabili sotto diversi profili. La voglia di continuare il progetto iniziato con Conte, infatti, non deve far perdere di vista quelle che potrebbero essere le motivazioni dello stesso CT, che potrebbero attenuarsi dopo gli europei, qualsiasi sia il risultato. Balzano agli occhi, infatti, i precedenti recenti di Lippi e Prandelli. Il primo, dopo il Mondiale vinto nel 2006, ha accettato di tornare  in panchina per la Coppa del Mondo in Sud Africa, lasciando invariata una squadra di ex campioni che poco ha potuto offrire, mentre l'ex tecinico della Fiorentina, Prandelli, dopo la splendida cavalcata dell'europeo 2012 non aveva gli stimoli giusti per affrontare insieme alla squadra il mondiale 2014, che ci ha visti, in effetti, protagonisti in negativo.

Conte, oltrettutto, ha chiaro in mente di voler tornare ad allenare squadre di club, viste le vittorie belle e onorevoli raggiunte con la Juventus. In molti modi lo ha dichiarato, e non sarà facile farlo desistere. Da segnalare inoltre le difficoltà incontrate da Conte nella gestione dei calciatori e dei rapporti Nazionale-Club: le proposte di riunire i giocatori più spesso durante l'anno sono andate in fumo, ad esempio. Tutto ciò potrebbe pesare al momento della scelta.

Non è utopistico, in ogni caso, pensare di blindare il tecnico pugliese sino al Mondiale Russo, e Tavecchio fa bene a provarci. La palla, ora, passa a Conte e alle sue volontà.