In una intervista rilasciata al Corriere della Sera, Carlo Ancelotti torna a parlare di Milan e dei suoi passati e futuri possibili rapporti con la società di Berlusconi. Sotto la guida di Carletto è stato grande Milan: l'allenatore, attualmente svincolato, ha vinto due Champions League alla guida dei rossoneri, arrivando ad un soffio della terza in cui è stato sconfitto dal Liverpool nella famosa notte di Instanbul del lontano 2005. Dopo l'allontanamento dal Real Madrid, i tifosi del Milan hanno sperato che potesse essere Carlo Ancelotti il nuovo allenatore rossonero. Galliani ci ha provato, ma non era il momento per il ritorno: "Quando ha saputo che non sarei rimasto a Madrid, Galliani è venuto a sondare il terreno. Si è presentato con tutto il suo affetto nei miei confronti ma io gli ho detto subito: no grazie. Abbiamo trascorso bei giorni. Galliani è piacevole e brillante. Ma dopo due anni di Real ero senza energie. Il Real è molto dispendioso. Di soldi non abbiamo nemmeno parlato. Comunque fosse stato un altro momento sarei tornato".
Allora il dr rossonero si è fiondato su Mihajlovic: "Uno di carattere, con una buona esperienza in Italia. A occhio e croce quello che manca, come diceva il vecchio e saggio presidente del Catania Massimino, è l’amalgama. Ma non bisogna perdere fiducia, bisogna insistere. Al Milan sta capitando quello che è successo alla Juve che dopo essere arrivata alla finale di Champions naviga in retrovia. Bisogna dare tempo agli allenatori. I 45 milioni per Romagnoli e Bertolacci? Romagnoli lo volevano tutti, non solo il Milan. Così il prezzo è salito e Bertolacci a essere sincero non lo conosco".
Ancelotti ha poi difeso l'ad rossonero Adriano Galliani, contestato dalla tifoseria del Milan dopo il pesante ko interno contro il Napoli di domenica scorsa: "La gente ha la memoria corta. Contestare Galliani al Milan è come contestare la Madonna. Per me resta il dirigente più bravo in Italia"
Il tecnico italiano, il cui nome è stato accostato negli ultimi giorni alle panchine di Chelsea e Liverpool e che ieri era a Londra per ritirare un premio alla carriera, ha parlato dell'esperienza al Real Madrid: "Con Florentino c’è sempre stato un rapporto di rispetto. Come con tutti i presidenti. Firmando per il Real sapevo che se non avessi vinto avrei dovuto mollare. Poteva durare un mese, un anno, tre o cinque anni. Il Real è così. Mi hanno mandato via perché non abbiamo vinto, il campionato o la Coppa dei Campioni. La filosofia del Real è questa".
Carlo Ancelotti torna infine a parlare del passato e non esclude il ritorno: l'ex allenatore del Real Madrid, libero da ogni vincolo da quest'estate, non esclude la possibilità di tornare ad allenare il Paris Saint-Germain, club che ha già allenato prima dell'esperienza spagnola: "Per la Nazionale non è ancora il momento, Quello che so per certo è che allenerò una squadra di club la prossima stagione". Il campionato è iniziato solo da poche settimane, ma la sorpresa c'e già, si chiama Fiorentina: "A Firenze sono stati bravi a puntare su Paulo Sousa per sostituire Montella. L’anno scorso con il Real abbiamo affrontato il Basilea nel girone di qualificazione di Champions: devo dire che giocava molto bene. La Roma sia quella con più credenziali. L’Inter ha cambiato molto mentre il Napoli con il nuovo allenatore ha modificato lo stile di gioco